Fuscaldo, dissequestrato lo stabilimento Italbacolor. Salvi i posti di lavoro

Nei documenti della Procura si evidenzia che nelle ultime settimane non si sono verificati altri scarichi al di fuori di quelli autorizzati. Scongiurato il licenziamento collettivo

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di Francesca  Lagatta
21 giugno 2019
22:07
Lo stabilimento fuscaldese Italbacolor
Lo stabilimento fuscaldese Italbacolor

Nella giornata odierna, il pubblico ministero Maurizio De Franchis ha disposto il dissequestro definitivo dell'impianto produttivo industriale  "Italbacolor Srl", con sede in località Moschera del Comune di Fuscaldo. Finisce così l'incubo per Antonio Franzese, proprietario dell'impianto di lavorazione di alluminio, che ha alle sue dipendenze circa 80 operai. Il fabbricato era stato posto sotto sequestrato alla fine del marzo scorso, dopo che i carabinieri avevano riscontrato presunte anomalie nelle operazioni di scarico delle acque reflue. Secondo le accuse, le acque finite nel vicino torrente Lavandaia, e di conseguenza nel mar Tirreno, sarebbero state altamente inquinanti. Dalle analisi di laboratorio si era riscontrata la presenza di materiali nocivi come selenio, alluminio, solfati, floruri e varie sostanze organiche. Ma il pm, pur continuando a indagare sulla vicenda, ha disposto il dissequestro per consentire il prosieguo delle attività, da cui dipende un secondo stabilimento. Nei documenti della procura, risulta che nelle ultime settimane non si sono verificati altri scarichi al di fuori di quelli autorizzati e, oltretutto, i nuovi campionamenti mettono in evidenza il rispetto dei limiti imposti per legge per uno scarico di acque reflue.

Salvi i posti di lavoro

Dopo il sequestro preventivo del marzo scorso, la proprietà aveva avviato le pratiche per il licenziamento collettivo, perché la produzione aveva subito un rallentamento tale che l'azienda sarebbe finita sul lastrico nel giro di pochi mesi. Ma grazie anche all'intervento delle organizzazioni sindacali, poco giorni prima che lo stabilimento chiudesse definitivamente i battenti, la procura di Paola, guidata dal magistrato crotonese Pierpaolo Bruni, aveva concesso la ripresa delle attività a pieno ritmo. Ed oggi, a conclusione del lungo iter, è arrivato il provvedimento dissequestro definitivo. Scongiurato, per il momento, l'ennesimo dramma calabrese.


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