Nomina Gaudio, Spirlì: «Avevamo chiesto un calabrese, il premier Conte ci ha ascoltato»

VIDEO | A poche ore dalla nomina del nuovo commissario ad acta della sanità calabrese, il presidente facente funzioni depone l’ascia di guerra: «Possiamo immaginarlo come il primo assessore alla sanità del secondo periodo». Silenzio su Gino Strada

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di Alessia Candito
16 novembre 2020
20:59

«Abbiamo chiesto al governo, insistentemente, che a rappresentarci fosse un calabrese: il governo l'ha capito e l’ha recepito e oggi ha proposto il rettore Gaudio». Se non è un via libera, ci assomiglia parecchio.

A pochi minuti dalla nomina del nuovo commissario ad acta della Sanità calabrese, il rettore della Sapienza Eugenio Gaudio, il presidente facente funzioni Nino Spirlì, ha salutato con favore la scelta dell’esecutivo. Una decisione – ha dato ad intendere – condivisa. «Oggi pomeriggio il presidente Conte mi ha contattato per comunicarmi che è stata accolta quella proposta, per cui tanti si erano scandalizzati, cioè che il commissario almeno fosse scelto nell’albo d’oro delle grandi eccellenze dei calabresi nel mondo. Un medico, un professore, un amministratore ma scelto fra i calabresi» ha detto nel corso di una diretta facebook. E l’idea di Gaudio come commissario alla Sanità sembra piaciuta a Spirlì, non solo perché «fino a qualche settimana fa rettore dell'università La Sapienza e con alle spalle una carriera medica eccellente, con un curriculum che non finisce mai e con grandi capacità amministrative» ma soprattutto – ha sottolineato –  «perché figlio di questa terra. Possiamo immagine Gaudio come il primo assessore alla sanità del secondo periodo. Al presidente Conte, al ministro Speranza e al governo ho dato la mia massima disponibilità a collaborare».


Neanche una parola da Spirlì arriva su Gino Strada, che in Calabria arriverà con delega speciale per occuparsi dell’emergenza Covid. Contro di lui, il presidente facente funzioni ha usato parole pesanti nel corso delle sue innumerevoli apparizioni televisive. Tra le altre, «non abbiamo bisogno di un missionario africano, non dobbiamo costruire pozzi» ha tuonato. Adesso però quei toni sembrano dimenticati e al contrario Spirlì sembra quasi fare appello al contegno, anche se non soprattutto social. «Ritengo che i calabresi siano un popolo di persone educate e garbate. E voglio pensare che il mondo dei social, che spesso rappresenta anche se stesso in maniera scellerata, abbia finalmente una sorta di recupero della dignità calabrese».

Giornalista
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