Street Art

Gioia Tauro, il dramma dei migranti nel Mediterraneo in un murales realizzato sul lungomare

Ad eseguire l'opera Lorenza Stelitano, ideatrice del progetto, insieme a Francesco Neri, Graziella Romeo e Maria Carmela Romeo dell'associazione Kronos Arte

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di Giuseppe Mancini
10 gennaio 2024
21:00

Anche Gioia Tauro aderisce all'iniziativa della Città metropolitana di Reggio Calabria, che promuove la rivitalizzazione di luoghi paesaggistici di rilievo attraverso la street art. Sul lungomare gioiese, nei pressi del pontile, è stata realizzata una splendida opera evocativa ispirata al tema del Mediterraneo, così come detta l'edizione attuale della Metrocity.

Ad eseguire il murales, Lorenza Stelitano ideatrice del progetto, insieme a Francesco Neri, Graziella Romeo e Maria Carmela Romeo. I talentuosi artisti sono membri dell'associazione Kronos Arte con sede a Melito di Porto Salvo (RC). In passato hanno dipinto con maestria altri murales nei borghi del comprensorio. A Gioia Tauro per completare il graffito hanno impiegato cinque giorni, utilizzando smalti ad acqua resistenti agli agenti atmosferici. L'amministrazione comunale ha fornito supporto agli artisti per la preparazione del lavoro. È stata così realizzata un'opera frutto di un'espressione artistica contemporanea, ricercata e densa
di significati.


«Anche noi diventiamo profughi nel nostro territorio quando non ne conosciamo le radici - spiega l'ideatrice del murales Lorenza Stelitano, formatasi presso il liceo artistico Mattia Preti di Reggio Calabria – Il Mediterraneo non è solo uno spazio polifonico di incontri, ma è fuga da suoni sciacalli, da destini carogne, è necessità di viaggio, di aggrapparsi al vento di borea e di emigrare. L’opera da cui parte l’ispirazione del progetto è il gruppo scultoreo del Bernini, raffigurante Enea che fugge dall’incendio della sua città portando con sé il padre Anchise ed il figlioletto Ascanio. È un'immagine del dramma che si consuma non solo nella condizione di profugo, come sottolineato dalla coperta dorata che avvolge il vecchio padre, ma che si trasforma in un algoritmo umano capace di rappresentare l’esperienza del vivere. Alle spalle c’è un mare grigio scenario di un naufragio, tema di triste attualità, rintracciato da una foto di cronaca consumata sulle spiagge calabresi, riconoscibili dalla presenza del vulcano, lo Stromboli, che si vede da Gioia Tauro in prospettiva. Il panneggio che avvolge e copre il volto di Anchise è il telo di primo soccorso che si offre ai profughi sbarcati sulle nostre coste».

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