Gotha, il boss Giovanni De Stefano: «Non faccio parte della 'ndrangheta»

L'uomo è stato sentito come testimone a riscontro delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia De Caro: «Mai chiesti voti». Il processo è agli sgoccioli e presto ci sarà la requisitoria dei pubblici ministeri

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28 aprile 2021
21:18

«Io non faccio parte della 'ndrangheta e non ho mai chiesto a De Carlo voti per un candidato politico». Lo ha detto il boss Giovanni De Stefano detto il "Principe" rispondendo alla domanda del procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo nel corso dell'udienza "Gotha" dove è stato sentito come testimone a riscontro delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Maurizio De Carlo.

«Lo conosco da molto tempo. - ha affermato - e abitando nello stesso quartiere, siamo diventati amici e nel tempo libero spesso ci frequentavamo. Che io sappia De Carlo non ha mai fatto parte della 'ndrangheta. A me non risulta perché io nel 2015 sono stato arrestato. Se poi lo ha fatto dopo non lo so». Giovanni De Stefano è nipote di Francesco Chirico imputato nel processo. A proposito il boss ha precisato di non aver «mai detto a De Carlo che Chirico si occupava di questioni attinenti alla politica».


Nel corso dell'udienza, la presidente del Tribunale Silvia Capone ha accolto la richiesta della Procura di acquisire i verbali del collaboratore di giustizia Gioacchino Pennino le cui condizioni di salute non rendono più possibile il suo interrogatorio. È stata rigettata, infine, la richiesta di acquisire i verbali del pentito Leonardo Messina la cui citazione, da parte della Procura, in questi mesi non è andata a buon fine. Dopo diverse ore di camera di consiglio, infine, il Tribunale ha acquisito gran parte degli atti prodotti nelle ultime udienze dalla Procura e dalle difese. A proposito, il procuratore aggiunto Lombardo si è opposto all'acquisizione da parte del Tribunale di alcuni atti presentati dalla difesa di Paolo Romeo, il principale imputato del processo. Ci sono ancora alcune eccezioni da sciogliere. La presidente Capone lo dovrebbe fare entro venerdì quando è prevista la chiusura dell'istruttoria dibattimentale. Il processo è comunque agli sgoccioli e presto ci sarà la requisitoria dei pubblici ministeri.

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