La gogna dei social e la guerra dei sindaci ai “lordazzi” a colpi di foto

La lotta all’abbandono selvaggio dei rifiuti coinvolge tanti Comuni calabresi. L’ultimo amministratore a scendere in campo è stato il primo cittadino di Acquappesa. Ecco gli altri casi più eclatanti delle ultime settimane

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di Maria Rosaria Maida
22 agosto 2019
19:23

La lotta contro l'abbandono selvaggio dei rifiuti ha trovato nei social un campo di battaglia efficace. Grazie alle telecamere installate da molti Comuni la vita dei 'lordazzi' non è più tanto facile. Le nefandezze da loro perpetrate vengono immortalate e spesso punite dalle amministrazioni comunali che adottano, nel proprio territorio, questo tipo di sorveglianza.

Ma l’azione deterrente dei Comuni non si ferma qui. Per sensibilizzare l’opinione pubblica molti sindaci postano sulle proprie pagine facebook le immagini catturate dalle telecamere di controllo. Un grande fratello che vigila, punisce e diventa strumento inibitorio allo scempio compiuto da alcuni incivili.


La campagna deterrente ha interessato molti Comuni della nostra Regione. Vibo Valentia, Pizzo, Reggio Calabria, per citarne alcuni, e ora anche Acquappesa. Tutti uniti nell’amplificare la portata della dissuasione. Tutti pronti a postare sulla rete i fotogrammi che immortalano i ‘lordazzi’ mentre, senza un briciolo di senzo civico, depositano ai lati della strada i rifiuti, considerando ogni affratto utile come una discarica.

Battaglia di civiltà

Il sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo, sull’ultimo incivile 'pizzicato’, ha denunciato un abile lanciatore del sacchetto postando sul suo profilo due immagini che ritraevano "l’atleta" nel compimento dello scellerato gesto, poi multato con un’ammenda che va da 250 a 500 euro. «Ecco un altro incivile colto in flagrante! La multa è niente - ha scritto la Limardo - se paragonata al gesto ignobile di disprezzo per la cosa pubblica. Amiamo la nostra città, rispettiamola e pretendiamo che ognuno faccia altrettanto».

 

Per l’assessore all’Ambiente del Comune di Pizzo, Fabrizio Anello, il problema dell’abbandono selvaggio sorge dalla mancata rassegnazione di alcuni cittadini al nuovo sistema di raccolta differenziata dei rifiuti. Una guerra di civiltà che gli amministratori combattono ogni giorno. Anello, addirittura, sottolinea come i turisti che affollano Pizzo - soprattutto nei mesi estivi -  «mentre dove risiedono differenziano in modo impeccabile» nella località balneare che li ospita «pensano di poter buttare la spazzatura per strada perché ‘tanto siamo in Calabria’».

 

Fatto ben più grave si è verificato a Reggio Calabria quando a finire sotto la scure della gogna mediatica amministrativa è stata un’azienda pubblica. Ebbene si, le telecamere della città metropolitana hanno immortalato alcuni operai dell’ente nazionale per le strade atti a scaricare rifiuti in un torrente. A denunciare l’accaduto un video postato dal sindaco Giuseppe Falcomatà che si chiede attonito «cosa succede se l’incivile è chi dovrebbe garantire il mantenimento ed il ripristino della legalità sul territorio».

 

L’ultimo sindaco, in ordine cronologico, che ha usato i social per combattere questa piaga che imperversa nella nostra Regione, è quello del comune di Acquappesa, Francesco Tripicchio.

Il primo cittadino, indignato, ha pubblicato alcuni fotogrammi che immortalano diversi ‘lordazzi’ mentre depositano ai lati della strada alcuni rifiuti. «Non è assolutamente accettabile - tuona Tripicchio - che per gente come questa debbano pagarne le conseguenze tutti i cittadini onesti e rispettosi delle leggi e delle regole».


Maria Rosaria Maida

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