Energia

I giacimenti di Crotone quasi esauriti, serve il rigassificatore di Gioia per le 4 centrali elettriche calabresi

È l'idea contenuta nelle linee guida approvate dalla Giunta regionale dopo la battuta d'arresto registrata nei processi estrattivi al largo della costa crotonese. Al momento il combustibile necessario per alimentare gli impianti termoelettrici viene importato (ASCOLTA L'AUDIO) 

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di Luana  Costa
14 settembre 2022
17:20
Gli impianto estrattivi al largo di Crotone
Gli impianto estrattivi al largo di Crotone

Il rigassificatore di Gioia Tauro diventa una «alternativa cogente» e non solo per concorrere all’autonomia energetica dell’intera nazionale ma «nel breve termine al fine di coprire la richiesta interna di Gnl ». È quanto si legge nelle linee di indirizzo al Piano Regionale Integrato Energia e Clima (PRIEC) varato nella seduta dello scorso giugno dalla giunta regionale.

Aumentare la produzione di gas

Tra le diverse finalità che il documento si prefigge vi è anche quella di aumentare la produzione di gas naturale liquefatto (Gnl, appunto) per poter così soddisfare la richiesta interna proveniente principalmente dalle quattro centrali a gas presenti in Calabria: Simeri Crichi, Rizziconi, Scandale e Altomonte che producono energia elettrica attraverso, appunto, la trasformazione del gas.


Alimentare le centrali

Nei quattro impianti si produce un enorme quantitativo di energia elettrica, tripla rispetto alle necessità di consumo dei calabresi; per la maggior parte messa poi a disposizione delle utenze elettriche del resto d’Italia. Ebbene, il gas in ingresso nelle quattro centrali – si spiega nel documento – «non proviene da coltivazioni regionali», le quali nel corso degli anni hanno subito una sensibile battuta d’arresto nei processi estrattivi.

Al largo di Crotone

Sono quattro le concessioni di coltivazioni attive presenti in Calabria. Titolare è la Società Ionica Gas, al 100% controllata da Eni, che svolge le attività estrattive al largo della costa ionica crotonese: «Il processo produttivo – illustra il documento - è basato sull’estrazione di gas in ambito off-shore (tramite le piattaforme “LUNA A”, “LUNA B”, “HERA LACINIA BEAF”, la monotubolare “HERA LACINIA 14”, ed i pozzi sottomarini “LUNA 40 SAF” e “LUNA 27”) ed on-shore (nei cluster di pozzi ubicati nell’area del Comune di Crotone denominata Capo Colonna.

Il gas, estratto tramite gli impianti off-shore, viene inviato tramite sea lines a terra, per il successivo trattamento nella Centrale Gas Crotone, mentre quello proveniente dai cluster viene trattato nella Centrale Gas Hera Lacinia, alla quale giunge tramite una rete di raccolta. In entrambe le centrali, il gas, dopo il trattamento, viene immesso nella rete Snam per la successiva commercializzazione».

Battuta d'arresto

E però, nel corso degli anni il processo estrattivo è andato progressivamente assottigliandosi: «Da un’analisi della produzione di gas naturale in Calabria, negli anni dal 2004 al 2022 – viene specificato nel documento - dopo un picco iniziale di circa 1304 ktep (il tep è un'unità di misura pari a una "tonnellata equivalente di petrolio", un Ktep è pari a mille tep)  prodotti in totale nell’anno 2004, si è assistito ad una drastica riduzione della stessa, fino a registrare, nel 2022, una produzione totale di circa 38 ktep, diminuita di un ordine di grandezza rispetto alla produzione dal 2007 (753ktep) al 2021 (242ktep) e di due ordini di grandezza rispetto alla produzione dal 2004 al 2006».

 

Giornalista
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