Richiesta d’aiuto

In trincea durante il Covid e ora senza lavoro, i precari della sanità scrivono a Occhiuto: «Non ci abbandoni»

Gli operatori sanitari rimasti fuori dalle procedure di stabilizzazione si rivolgono al governatore della Calabria: «A dicembre scadranno i nostri contratti, siamo senza tutele. Per adesso solo promesse e fumo e negli occhi»

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di L. C.
19 ottobre 2022
17:01

«Caro presidente, non saremmo mai voluti arrivare a scriverle queste parole. Siamo noi gli angeli del Covid». Inizia così la lettera aperta scritta da personale sanitario assunto durante l’emergenza pandemica negli ospedali per fronteggiare il virus ma con contratti atipici (co.co.co, partita iva e interinali) che non consentono oggi alcuna forma di stabilizzazione.

Il problema era già emerso nei giorni scorsi, all’indomani della stipula del protocollo d’intesa tra le organizzazioni sindacali e il dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria. In quel documento si procrastinava infatti la risoluzione del problema che coinvolge oggi numerosi operatori sanitari, i quali non possono aspirare ad alcuna forma di stabilizzazione.


«Siamo stati reclutati e scesi in trincea senza paura, per mero senso civico, per amore verso il prossimo, perché, senza giri di parole, noi siamo infermieri. Abbiamo rischiato le nostre vite – scrivono nella lettera –, quelle dei nostri figli, dei nostri cari, per combattere questa maledetta “guerra”. Per farle capire chi siamo, le dico che noi abbiamo guardato negli occhi il nemico senza mai arretrare di un metro. Quando la gente era nel panico eravamo là, quando stava male eravamo là, quando era sul letto di morte eravamo là, eravamo i soli a poter fare da scudo dall’imponderabile. Noi siamo ancora qui, a battagliare, a farlo con l’entusiasmo, la passione e l’abnegazione del primo giorno.

Caro presidente, noi siamo precari senza alcuna tutela da parte delle istituzioni, perché abbiamo un contratto co.co.co. Questo non prevede alcuna tutela e vorremmo sottolineare la parola nessuna. Ci spieghiamo meglio con degli esempi: il nostro contratto non prevede la malattia, non prevede ferie, non prevede infortuni e neanche una copertura da danno biologico, assurdo vero! Ci hanno sempre promesso che avrebbero cambiato il nostro contratto, per avere quelle tutele che in ogni paese civile che si rispetti dà ai propri lavoratori.

Dopo numerosi rinnovi e a distanza di oltre due anni, abbiamo ricevuto solo promesse, fumo negli occhi, nessun atto concreto. Le possiamo fare una confidenza? Se ci avessero detto sinceramente dal primo giorno che non avremmo avuto nessuna tutela e nessun diritto, sa cosa avremmo fatto noi? Saremmo scesi in campo lo stesso! In questi anni di pandemia, molti di noi sono caduti, tanti hanno avuto bisogno d’aiuto e dov’era lo stato, dov’era la regione, dov’erano le istituzioni, noi abbiamo curato le nostre ferite da soli.

Il 31/12/2022 i nostri contratti “illegali”, perché i co.co.co nella sanità pubblica sono vietati dalla legge italiana, scadono definitivamente e gli eroi del covid verranno abbandonati. La storia ci ha insegnato che i soldati dopo il loro valoroso servizio venissero premiati con medaglie, invece ci avete sbattuti fuori e chiuso la porta in faccia.

Ma carissimo presidente, un modo ci sarebbe, e questa volta è del tutto “legale” visto che l’articolo 268 della legge 234 del 2021 prevede che, chi ha lavorato per 18 mesi nel periodo che va dal 01/01/2020 Al 30/06/2022 di cui almeno 6 mesi siano stati effettuati nello stato di emergenza, debba essere stabilizzato. Presidente, lei che tiene tanto alla salute dei calabresi, lei che premia i meritevoli, lei che è per una regione finalmente meritocratica, ci cucia addosso questa meritata medaglia!».

Giornalista
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