Inchiesta Corvo, i legali di Parente: «Accuse inverosimili, chiariremo tutto»

Attraverso i suoi legali, l'ex consigliere regionale descrive la vicenda che lo vede oggi indagato con l'accusa di corruzione e peculato

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15 dicembre 2020
12:58
L’ex consigliere regionale Claudio Parente
L’ex consigliere regionale Claudio Parente

«Si resta fiduciosi di poter chiarire il prima possibile tutte le fattispecie mosse al nostro assistito, ritenendo inverosimili le accuse contestate». Così in un comunicato i due avvocati difensori di Claudio Parente, Giacomo Maletta ed Antonio Iannone, intervengono sull'inchiesta istruita dalla Procura di Catanzaro che vede indagato l'ex consigliere regionale con l'accusa di corruzione e peculato. 

Richiesta di incontro al pm

Nel prendere atto della informazione di garanzia notificata in data odierna al loro assistito, tengono a precisare come fosse già stata presentata istanza di audizione e di incontro al Pm, per chiarire le dinamiche sottese ai fatti già preannunciati e divulgati dalla stampa e formalmente resi noti mediante la notifica della anzidetta informazione di garanzia. 


La delibera incriminata

Sarebbe stato desiderio degli scriventi, nel corso del richiesto incontro, chiarire al Pm che la delibera del Consiglio Comunale di Catanzaro  n. 95 del  13.09.2018 non ha mai sancito alcuna cessione di aree, previste dal Progetto di riqualificazione delle periferie, approvato dal Governo, anche perché l’associazione Vivere Insieme, avrebbe potuto procedere alla acquisizione delle stesse aree, mediante trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà, esercitando il proprio diritto di riscatto, per come riconosciutogli dalla legge, come già effettuato dal Comune di Catanzaro per situazioni analoghe.

Gli incarichi

In merito agli incarichi di natura fiduciaria, nella struttura consiliare, conferiti a persone vicine ai consiglieri comunali, Francesco Gironda e Giuseppe Pisano (entrambi indagati con l'accusa di corruzione ndr), si specifica che gli stessi incarichi «sono stati formalizzati all’insediamento di Claudio Parente, nel Consiglio regionale, quindi molto tempo prima della seduta del Consiglio comunale, di cui certamente non poteva aversi contezza dei tempi e modalità». 

Persone competenti

Trattasi in ogni caso di persone «che avevano i titoli di studio (laurea in giurisprudenza e laureanda), e che avevano partecipato, già da qualche anno, all’attività del gruppo  e del movimento “Officine del Sud”. Avendo anche Claudio Parente proceduto a querele analitiche sulla stessa vicenda, si resta fiduciosi di poter chiarire il prima possibile tutte le fattispecie mosse al nostro assistito, ritenendo inverosimili le accuse contestate».

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