Inchiesta Molo 13, quella volta che il clan Gallace perse 200 chili di coca gettati in mare

Uomini della cosca di Guardavalle si recarono a Livorno per recuperare al largo la droga trasportata da una nave cargo ma l’operazione andò male e i panetti di stupefacente vennero recuperati dai carabinieri su una spiaggia

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di Luana  Costa
15 aprile 2021
18:04
Gli arresti nella notte di esponenti della cosca Gallace
Gli arresti nella notte di esponenti della cosca Gallace

«Avevo tutto pronto in Spagna però sta nave ha cambiato rotta e adesso arriva a Livorno giorno 1. Poi torna in Spagna». Era preoccupato Francesco Riitano, 41 anni, di Guardavalle. Colui il quale, secondo gli investigatori, curava la transazione di ingenti carichi di stupefacenti da recuperare nei porti europei e teneva i contatti con i narcos sudamericani. Ma qualche giorno prima dell'arrivo di una partita di cocaina dalla Colombia qualcosa va storto. «Per Livorno non abbiamo niente? - domanda -. Perchè lo dovevo fare in Spagna ma sta cavolo di nave ha cambiato rotta e non va più a Barcellona ma va a Algesiras. Adesso arriva a Livorno a giorni...». 

La nave con la droga

La motonave in questione è la Fluer N che si portava in pancia 200 chili di cocaina proveniente dalla Colombia e destinata alle piazze di spaccio europee. Immessa sul mercato avrebbe fruttato tre milioni e mezzo di euro. Lo stupefacente era riposto all'interno di sei borsoni e suddiviso in panetti avvolti in lattice nero e cellophane contrassegnato con lo stemma della "Porsche" o "Maserati". Lo stesso carico rinvenuto nelle acque antistanti il porto di Livorno il 5 maggio del 2017: 130 chili di cocaina occultati in zaini tenuti a galla da taniche vuote.


Il piano per il recupero al largo

A gettarli in mare il "marinaio", una persona che il Nucleo economico finanziario della Guardia di Finanza di Catanzaro (che ha condotto l'operazione Molo 13 coordinata dalla Dda di Catanzaro) non è riuscita a identificare ma componente dell'equipaggio della motonave Fleur N. «Ti avevo parlato se abbiamo qualche peschereccio ricordi? Non vedi se abbiamo qualcuno veloce che può andarla a prenderla dentro il mare che il marinaio li butta. Sarebbe buono farlo lì, se c'è qualcuno anche con un gommone» tenta una organizzazione in extremis Andrea Benito Riitano, 28 anni soveratese, ma secondo gli investigatori la mano longa della cosca Gallace per la commercializzazione dello stupefacente dei mercati lombardi, laziali e calabresi. 

«Voglio evitare i mau mau spagnoli»

I due, secondo quanto riportato nella ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Gabriella Logozzo, si attivavano su più fronti al fine di assicurare la buona riuscita dell'operazione contattando il "Genovese", altro soggetto allo stato rimasto sconosciuto, per recuperare il carico dapprima nelle acque spagnole e, in un secondo momento, in prossimità delle coste liguri. Così a fronte della disponibilità dimostrata dal suo interlocutore Riitano prendeva accordi per incontrarlo il giorno successivo al ritorno da Livorno e forniva ulteriori dettagli sulla necessità di organizzare il recupero della droga il 2 maggio 2017, pena il dirottamento dell'operazione in territorio spagnolo: «Io domani vado a Livorno a vedere uno che ha il gommone - spiega - se troviamo lo facciamo a Livorno. Giorno 2 si deve fare. Se no mi tocca andare a Algesiras ma volevo evitare sti mau mau lì».

L'appuntamento all'alba

L'appuntamento con il "marinaio" era stato definitivamente fissato per il 2 maggio 2017, dalle ore 6 alle ore 12, cosicchè avrebbero potuto concordare il momento in cui quest'ultimo avrebbe dovuto gettare le borse con la droga in mare, dopo che la nave avrebbe lasciato il porto: «Con il marinaio siamo rimasti che ci vediamo giorno 2 alle 6 di mattina. Alle 12 esce lui così gli diciamo dove la deve buttare e poi se ne va».

La barca a vela per gite turistiche

Gli accordi programmatici, si legge nell'ordinanza, raggiunti il 29 aprile trovano concreta attuazione il giorno successivo quando avviene un incontro all'ovile di Fauglia in provincia di Pisa tra Francesco Riitano e Domenico Vitale, 52 anni di Catanzaro, durante il quale emergeva il coinvolgimento nel recupero dello stupefacente di una donna proprietaria della barca. «Ho trovato la barca a vela lunga tredici metri» avrebbe confermato poi Domenico Vitale, 45 anni di Guardavalle, allo stesso Francesco Riitano mentre questo ultimo si trovava al porto di Genova. «La barca si trova a La Spezia, è una donna, questa è una persona che fa fare giri turistici».

Alla ricerca di uno skipper

L'unico inconveniente a questo punto, secondo la ricostruizione degli inquirenti, era trovare uno skipper con la patente nautica, in considerazione che la donna non la possedeva ma sarebbe comunque salita a bordo durante le operazioni. «Mi manca uno con la patente navale che la sappia guidare. Tu hai qualcuno che la sappia guidare?», domandava a questo Vitale e Riitano il quale riferiva di trovarsi al porto di Genova in compagnia del "Chiacchiera" (altro soggetto ignoto) che aveva tanto la disponibilità di una barca quanto la patente nautica. La Fleur N arriva al porto di Livorno alle 7.10 del 2 maggio 2017. «La nave è arrivata già» comunicava Francesco Riitano «e se ne va alle 18». Tutti così si davano appuntamento al porto turistico di La Spezia dove era ormeggiata la barca a vela a cui bordo sarebbe salito anche Leonardo Ferro, 36 anni di Reggio Calabria, e Mario Palamara, 52 anni di Melito Porto Salvo, in stretto contatto con Riitano. «L'ha buttata - confermava - stanno andando al punto per pescarla speriamo che non se la mangia qualche balena».

La droga alla deriva

Tuttavia, dalle chat successive emergeva che l'equipaggio sul veliero non riusciva a trovare le borse, probabilmente a causa delle avverse condizioni metereologiche. Le sacche erano state allontanate dalla corrente. «Stanno seguendo la corrente - confema l'equipaggio - e tornano a zig zag per vedere se le trovano. Non c'è niente da fare, quando non deve andare una cosa non va». La droga trascinata dal mare raggiungeva la spiaggia tra la Terrazza Mascagni e i Bagni Pancaldi dove veniva posta sotto sequestro dai carabinieri del comando provinciale di Livorno unitamente ad altri 17 panetti avvolti con nastri da pacco di colore nero ritrovati poche ore dopo ad un miglio dalla costa all'altezza dell'Accademia Navale.

Giornalista
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