Inchiesta Multopoli a Catanzaro, prosciolti il sindaco Abramo e il consigliere regionale Tallini

Si tratta dell'appendice contabile della più nota operazione penale che aveva travolto l'amministrazione comunale della città capoluogo per il presunto annullamento illegittimo di multe

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di Luana  Costa
1 luglio 2021
12:42
Sergio Abramo e Domenico Tallini
Sergio Abramo e Domenico Tallini

La Corte dei Conti ha emesso sentenza sull'appendice contabile della più nota inchiesta penale denominata Multopoli che ha acceso i riflettori su numerosi esponenti politici di Catanzaro nonché dell’intero corpo di Polizia Municipale di Catanzaro, in relazione al presunto illegittimo annullamento da parte dei vigili urbani del Corpo di Polizia Municipale di Catanzaro, di svariati verbali di sanzioni al codice della strada, intervenute nel corso degli anni 2012 e 2013.

Le multe annullate

La Procura erariale, infatti, conveniva in giudizio, l’intero corpo di Polizia Municipale di Catanzaro nonché il sindaco Sergio Abramo, il consigliere regionale Domenico Tallini, l’ex consigliere Carlo Nisticò, questi ultimi due difesi dall’avvocato Giacomo Carbone, ed altri ex componenti gli organi politici del Comune di Catanzaro. I giudici della Corte dei Conti di Catanzaro hanno distinto due ipotesi di danno erariale: la prima basata su presunti annullamenti illegittimi coordinati da soggetti non appartenenti al corpo di Polizia Municipale ed un’altra concernente gli annullamenti operati dagli agenti di Polizia municipale e dagli ausiliari del traffico e contestati soltanto a quest’ultimi.


Prosciolti Abramo e Tallini

Per la prima ipotesi i giudici della Corte dei Conti di Catanzaro hanno definitivamente prosciolto sia il sindaco Sergio Abramo, sia il consigliere regionale Domenico Tallini nonché l’ex consigliere Carlo Nisticò, Amedeo Cardamone, Luigi Talarico,Rosalba Canino, Luigi Veraldi, non essendo stata riscontrata in capo agli stessi alcuna responsabilità erariale nella vicenda. È stata inoltre dichiarata cessata la materia del contendere per l’ex assessore alla Pubblica Istruzione Stefania Logiudice. Alcune condanne ma per importi molto esigui, inferiori a 3.000 euro complessivi, sono state pronunciate invece nei confronti dei restanti convenuti. Per l’atra ipotesi invece sono stati tutti assolti.

Giornalista
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