La sentenza

Inchiesta Sisifo, Rosario Notarianni assolto perché il fatto non sussiste

La Corte d'Appello di Catanzaro in sede di rinvio ha deciso anche due rideterminazioni di pena e la revoca delle confische di beni nei confronti di altri imputati

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di Redazione
10 febbraio 2022
15:54

Una assoluzione, due rideterminazioni di pena e revoca delle confische. Si è così concluso oggi il giudizio di rinvio dalla Corte di Cassazione del procedimento denominato Sisifo, celebrato dinnanzi alla Corte di Appello di Catanzaro nei confronti di Rosario Notarianni (difeso dall’avvocato Aldo Ferraro), Antonio Salatino (difeso dagli avvocati Pino Spinelli e Antonio La Russa), Concetto Trovato (difeso dall’avvocato La Russa, Vincenzo Giampà (difeso dall’avvocato Pino Spinelli), Sergio Ugo Roberto Greco (difeso dagli avvocati Antonio La Russa e Lucio Canzoniere) e Francesco Olandini (difeso dall’avvocato Gianluca Careri).

La Cassazione e il rinvio 

La Corte di Cassazione, con sentenza emessa nel luglio 2018, aveva annullato la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di usura pronunciata in secondo grado nei confronti di Rosario Notarianni, nonché le confische disposte nei confronti degli imputati, con conferma delle condanne comminate all’esito del giudizio di primo grado. La Corte di Appello di Catanzaro, giudicando in sede di rinvio, ha assolto Rosario Notarianni dall’unico reato in contestazione “perché il fatto non sussiste”, disponendo nei suoi confronti la revoca delle pene accessorie, della confisca e la conseguente restituzione dei beni.


Rideterminazione

La Corte ha poi operato una rideterminazione delle pene comminate nei precedenti gradi di giudizio nei confronti di Concetto Trovato condannandolo alla pena di 3 anni di reclusione e 6.666 euro di multa, assolvendolo del reato di tentata estorsione; nei confronti di Vincenzo Giampà alla pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione e 1.134 euro di multa, escludendo la recidiva.

La Corte ha altresì disposto la revoca della confisca dei beni nei confronti degli imputati Olandini, Salatino e Vincenzo Giampà nonché dei terzi interessati, disponendo la restituzione in loro favore dei beni, confermando per il resto e respingendo le richieste di refusione delle spese proposte dalle parti civili. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Aldo Ferraro, Pino Spinelli, Lucio Canzoniere, Gianluca Careri, Antonio Larussa, Domenico Sinopoli.

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