Inchiesta Scolacium

Presunti rapporti con il clan di Vallefiorita: l’imprenditore Paolo Lanzellotti respinge ogni accusa

Nei suoi confronti si ipotizza il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Dal 2006 fino al 2013 sarebbe risultato comproprietario di esercizi commerciali con il presunto ex boss Giuseppe Bruno

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di Luana  Costa
26 febbraio 2024
17:47

È comparso dinnanzi al gip del Tribunale di Catanzaro Paolo Lanzelotti, 47 anni, imprenditore di Amaroni rimasto coinvolto nell'inchiesta denominata Scolacium, istruita dalla Dda di Catanzaro, con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Questa mattina si sono svolti gli interrogatori di garanzia, l'imprenditore, assistito dagli avvocati Eugenio Perrone e Giuseppe Vetrano, ha risposto alle domande del gip e ha respinto ogni addebito.

Secondo l'accusa nel suo ruolo di imprenditore avrebbe mantenuto diretto contatto con i vertici del clan Bruno di Vallefiorita traendo benefici dall'avviare attività commerciali in realtà riconducibili alla associazione mafiosa. Dal 2006 fino al 2013 sarebbe risultato comproprietario assieme al presunto ex boss Giuseppe Bruno di diversi esercizi.


Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, invece, Adrian Domianov Dimitrov e Sandro Ielapi, difesi dall'avvocato Antonio Lomonaco. Entrambi sono accusati di associazione mafiosa. Sandro Ielapi avrebbe curato gli affari del clan Catarisano nei comuni di Girifalco e Cortale, in particolare, delle intimidazioni a fini estorsivi. Adrian Domianov Dimitrov è, invece, accusato di esser stretto collaboratore di Gennaro Felicetta, presunto reggente del clan Bruno, e di aver pianificato con quest'ultimo l'importazione di armi e droga dalla Bulgaria assicurandone l'occultamento.

 

 

Giornalista
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