Invocare il diritto di replica (mai negato) non giustifica le fregnacce

Il direttore amministrativo della Rsa di Botricello si scaglia contro LaC e il suo direttore “colpevoli” di aver raccontato le lacune assistenziali della struttura. La replica di Pasquale Motta

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di Pasquale Motta
1 dicembre 2020
17:33
L’Rsa di Botricello
L’Rsa di Botricello

Leggo su una testata online la presa di posizione del direttore amministrativo della RSA Sant’Anna di Botricello contro il sottoscritto e le nostre testate digitali e Tv. Secondo questo dirigente della struttura sanitaria, che fa parte delle case della fondazione UALSI residenze assistenziali in provincia di Catanzaro, tal Alfonso Conforto, il sottoscritto, in qualità di direttore di lacnews24, gli avrebbe negato il diritto di replica ad un servizio giornalistico andato in onda il 26 novembre nel corso del nostro TG serale e rilanciato sulle nostre testate digitali. Il pezzo giornalistico a cui si riferisce Conforto era stato realizzato dalla collega Luana Costa su mia indicazione, dopo che, ci era giunta in redazione la segnalazione di una presunta carenza di personale infermieristico nella gestione dell’emergenza covid 19 all’interno della struttura. Le affermazioni del dott. Alfonso Conforto rilasciate alla testata online Corriere nazionale, alla giornalista Ada Cosco, dunque, sono gravi e palesemente false. Nello stesso articolo il Conforto ci accusa in ordine: di “informazione parziale”, di “servizio incompleto”, di “omissioni di dichiarazioni”, di “lesione del diritto di replica ai sensi dell’art. 8 della Legge 47/1948”.

 


C’è di più. Difficile comprendere per esempio, a che titolo parla Conforto, considerato che, la nostra Luana Costa aveva intervistato il presidente della struttura sanitaria, il sacerdote Don Alfonso Velonà, colui che, teoricamente, dovrebbe avere potestà legale sulla struttura. Se mai fosse stato richiesto un diritto di replica, avrebbe dovuto formularlo il presidente nella sua funzione di rappresentante legale dell’UALSI di Botricello. Don Alfonso Velonà non ci risulta che ci abbia mai fatto pervenire una richiesta di diritto di replica.

 

Ricapitoliamo i fatti.
Il servizio è andato in onda nella giornata del 26 novembre. Impeccabile sotto il profilo giornalistico. Aveva registrato e raccolto le voci di chi lavora nella struttura, aveva registrato le dichiarazioni del Sindaco di Cropani, aveva raccolto le dichiarazioni di Don Alfonso Velonà, Presidente dell’UALSI di Botricello, il quale, sostanzialmente, aveva confermato le criticità. Il reportage, dunque, sotto il profilo della correttezza professionale è stato ineccepibile. Nella serata del 26 novembre ho ricevuto la telefonata del direttore amministrativo Conforto, il quale, mi manifestava la pretesa della rimozione del pezzo, tutto ciò, condito da minacce ad adire alle vie legali e accuse di presunte quanto generiche manipolazioni.

 

Da direttore editoriale delle testate lacnews24 e LaC, chiaramente, ho respinto le accuse di scorrettezza verso la collega, e ho invitato il dott. Conforto a inviare una formale richiesta di rettifica a nome della struttura. A quel punto i toni e gli argomenti usati dal Conforto mi hanno indotto a interrompere la telefonata. Questi i fatti. Trovo paradossale, dunque, leggere sulla testata online il Corriere nazionale, nel pezzo a firma della giornalista Ada Cosco, di una presunta lesione del diritto di replica, tra l’altro mai pervenuta. Ancor più paradossale è che la denuncia sia partita da parte di colui che non avrebbe nemmeno titolo per pretenderla.

Giornalista
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