Italia veloce, la Cisl contro il Mit: «Per la Calabria solo tre opere già programmate»

Il segretario Russo critica il piano del ministero: «Spesa di 200 miliardi, ma per questa regione interventi già previsti 40 anni fa»

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di Redazione
16 luglio 2020
13:08
Tonino Russo
Tonino Russo

«Non possiamo che restare perplessi quando leggiamo che tra le opere prioritarie comprese nel piano "#italiaveloce" del ministero per le Infrastrutture e i Trasporti e legate, per lo snellimento delle procedure, al "Decreto semplificazioni", a fronte di una previsione di spesa per tutto il Paese di 196,7 miliardi, con 131,3 miliardi di risorse già assegnate e un fabbisogno residuo di 65,4, sono previste per la Calabria solo tre infrastrutture, peraltro programmate da molto tempo».

Lo sostiene, in una dichiarazione, il segretario generale di Cisl Calabria, Tonino Russo.


Le (poche) opere che ci sono

«Si tratta, infatti – aggiunge – degli svincoli autostradali di Cosenza sud e di Cosenza nord tra Rende e Montalto, di cui si parla da quarant'anni e attesi almeno dal 2008, cioè dall'accordo sulla progettazione tra Anas e Provincia di Cosenza; del completamento del 3° megalotto della S.S. 106 Jonica (finanziato quasi vent'anni anni fa), per il quale l'apertura del cantiere è stata annunciata nel maggio scorso dalla ministra De Micheli (ma i lavori non sono ancora iniziati); del collegamento veloce tra l'aeroporto di Lamezia Terme e la stazione ferroviaria. Opere senza dubbio importanti, che speriamo saranno avviate e completate, ma assolutamente insufficienti a colmare l'enorme divario infrastrutturale tra la Calabria e il resto del Paese. Accanto alle poche opere previste come prioritarie per la Calabria, infatti, ce ne sono altre senza le quali le stesse infrastrutture contenute nel piano #italiaveloce del Mit vedrebbero non pienamente sviluppata la loro potenzialità per il miglioramento della viabilità».

Le opere che mancano

«Parliamo - spiega Russo - dell'A2 e della statale 106, per le quali si registrano, come è arcinoto, vere e proprie emergenze sul piano della sicurezza. L'A2 deve essere completata per tutta la lunghezza del tracciato che attraversa la Calabria: ai due nuovi svincoli, certamente utili per l'area urbana di Cosenza e per il territorio che ospita l'Università della Calabria, devono aggiungersi i lavori sul tratto Cosenza-Altilia (27 km), il più pericoloso come dimostrano gli incidenti mortali purtroppo registrati, sul tratto Morano-Firmo (21 km) e nell'area di Pizzo (11 km): in tutto 59 km».

Il terzo megalotto

«E se per la statale 106 apprezziamo la notizia della velocizzazione dell'iter del progetto della strada a quattro corsie per il tratto della S.S. 106 Jonica Sibari-Mandatoriccio, via Corigliano Rossano – dice ancora Russo – siamo in attesa che abbiano inizio i lavori per il 3° megalotto (un tracciato di 39 km da Roseto Capo Spulico a Sibari, con una previsione di sette anni per il completamento; un cantiere che potrebbe dare occupazione a regime a circa tremila lavoratori, indotto compreso), è fondamentale per lo sviluppo del territorio la progettazione del percorso a sud di Sibari, attraverso Corigliano Rossano, per giungere a Catanzaro e liberare Crotone dall'isolamento. Se ne parla nella delibera Cipe n. 36/2019, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 20 del 25/01/2020 e riguardante l'approvazione dell'aggiornamento 2018-2019 del contratto di programma 2016-2020 tra Mit e Anas S.p.a., che prevede oltre tre miliardi di investimenti per il rinnovamento delle infrastrutture calabresi e riguarda diversi interventi tra i quali, per restare sulla costa jonica, anche il prolungamento dallo svincolo di Gerace verso Locri».

 

«È altresì importante - aggiunge - accelerare lo studio di fattibilità per il collegamento Crotone-Catanzaro, che ha già il parere favorevole dei sindaci del territorio e che metterà finalmente le aree interne interessate da quel percorso in comunicazione con il resto della regione».

 

Secondo Russo, «è questo il momento di utilizzare tutte le risorse disponibili, anche quelle in arrivo dall'Ue, per collegare i territori, spalmando gli interventi sull'intera Calabria, puntando tra l'altro a realizzare il sogno di trasformare in lavoro tutte le forme di assistenzialismo, pur necessarie in assenza di occupazione, ma certamente diseducative. Auspichiamo che vada in questa direzione il tavolo del partenariato convocato nei giorni scorsi dalla Regione per la riprogrammazione dei Programmi Operativi dei Fondi strutturali 2014-2020, per utilizzare le risorse comunitarie nel contrasto degli effetti sanitari, economici e sociali della crisi e per il rilancio economico e sociale, per ricorrere a tutte le possibilità messe a disposizione dalle recenti modifiche ai regolamenti europei».

La questione infrastrutture

«La questione delle infrastrutture – conclude il segretario generale della Cisl calabrese – è centrale e strategica per lo sviluppo della Calabria: lo è per la mobilità, per la sicurezza delle persone, per il lavoro, perché realizzare opere vuol dire creare occupazione in una terra che. lo abbiamo affermato e spiegato mille volte, chiede investimenti produttivi e non assistenzialismo».

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