«Matacena è morto per cause naturali. I suoi soldi? Non dovete chiedere a me»: la verità di Maria Pia Tropepi
La donna, accusata di duplice omicidio, in un’intervista al Messaggero si dice sorpresa per l’indagine: «Mio marito non aveva più rapporti con i suoi familiari, parlava soltanto con sua madre»
«Non ho mai pensato che qualcuno avrebbe potuto ipotizzare che per la sua morte, sulla quale non ho dubbi sia collegata a cause naturali, sarei stata indagata dai pubblici ministeri». Maria Pia Tropepi, terza moglie (ma sposata con rito islamico, valido solo negli Emirati Arabi Uniti) di Amedeo Matacena, racconta al Messaggero di sentirsi soprattutto sorpresa. Dice anche che non aveva rapporti con la famiglia dell’ex marito e non risparmia una frecciatina: «Avevo immaginato che la sua morte avrebbe svegliato l’interesse di chi in vita se l’era dimenticato…». Tropepi, ex modella e titolare di alcuni centri estetici a Dubai, entra nello specifico dei rapporti nella famiglia Matacena. Che rapporti aveva l’ex parlamentare con i propri familiari? «Ottimo il rapporto con la madre, inesistente quello con gli altri suoi congiunti posto che già Amedeo, prima che io lo conoscessi, aveva interrotto ogni relazione con chiunque altro dei suoi familiari».
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C’è di più: la 43enne di origini calabresi (nata a Lamezia Terme e cresciuta nella Piana di Gioia Tauro) dice di non sapere nulla del patrimonio di Matacena, dissequestro sette mesi prima della sua morte. C’è quell’eredità al centro dell’inchiesta aperta dalla Dda di Reggio Calabria e che vede Tropepi indagata per duplice omicidio – quello dell’ex marito e della madre Raffaella De Carolis. I soldi – quanti siano e dove siano finiti – sono un mistero di cui Tropepi dice di non sapere nulla: «Questa domanda andrebbe posta a chi ancora ad oggi detiene valori e certificati di proprietà. Ma quella persona non sono io».
Prima di morire, Matacena aveva scritto un testamento olografo che la Procura ha sequestrato. L’ex politico latitante a Dubai aveva nominato la moglie unica erede legittima. Lei, però, dice «di non essere a conoscenza di beni di Amedeo diversi da quelli che, ancora in vita, aveva reclamato senza riuscire ad ottenerne la restituzione».
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I cadaveri di Matacena e di sua madre, che Tropepi avrebbe voluto cremare, saranno riesumati: i pm hanno disposto l’autopsia per il prossimo primo ottobre.
L’estetista, da parte sua, dice al Messaggero di non aver mai conosciuto personalmente né i figli né i fratelli di suo marito: «Amedeo non aveva alcun contatto con loro». E aggiunge: «Amedeo ha sofferto tanto nel vedere che il fratello impediva che si desse esecuzione alla volontà della madre di essere cremata, come era avvenuto per il padre, e voleva escludere che si verificasse la medesima cosa anche nei suoi confronti». Ora la mancata cremazione renderà possibile accertamenti sui corpi necessari a fugare ogni dubbio su due morti che, per la Dda di Reggio Calabria, sono sospette.