La polemica

«La ’ndrangheta si presenta nelle vesti d’avvocato», il post del senatore Morra fa infuriare i penalisti cosentini

La Camera Penale di Cosenza, esprimendo solidarietà ai legali Manna e Pisani, indagati nel blitz della Dda di Catanzaro, proclama lo stato d'agitazione e "difende" la toga

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di Redazione
2 settembre 2022
22:00

La Camera Penale di Cosenza ritiene inaccettabili i commenti espressi dal senatore Nicola Morra, presidente della commissione nazionale antimafia, all’indomani della maxi retata della Dda di Catanzaro su Cosenza, che ha visto coinvolti anche due avvocati del foro: Marcello Manna e Paolo Pisani. Il primo è accusato di corruzione politico-mafiosa, il secondo invece di aver indotto un testimone a dire il falso, favorendo Massimo D’Ambrosio, fratello di Adolfo, esponente del clan “Lanzino” di Cosenza, nel territorio di Rende.

Il Consiglio Direttivo della Camera Penale di Cosenza, in tal senso, ha votato all’unanimità per lo stato d’agitazione, condannando il post via Facebook dell’ex grillino che, mediante i canali social, aveva detto: «Qui (a Cosenza) è pieno di ‘ndrangheta; però è una ndrangheta con il colletto abbottonato, con la cravatta, che si presenta nelle vesti di un avvocato, nelle vesti di un imprenditore, nelle vesti di un amministratore pubblico...», relegando, ad un mero inciso, la precisazione secondo cui  “in attesa” (e non in assenza) «di sentenza definitiva nessuno è condannato quindi si tratta pur sempre di soggetti su cui bisogna lavorare con la presunzione di innocenza».


La Camera Penale di Cosenza, inoltre, considera «il contenuto perentorio delle suddette affermazioni - che rendono l’inciso “garantista” di sola forma» che «si traduce in un vero e proprio “verdetto” di condanna nel merito delle ipotesi di reato, emesso da un Rappresentante delle Istituzioni, ancor prima che gli indagati abbiano potuto esercitare compiutamente, correttamente e tempestivamente il diritto di difesa dinanzi agli Organi di giurisdizione preposti al controllo di merito e legittimità del provvedimento coercitivo».

Per i penalisti cosentini «tale fatto costituisce un vero e proprio “corto circuito Istituzionale-Giudiziario” poiché in grado di depotenziare o - peggio - fare detonare la regola di civiltà giuridica della “presunzione di non colpevolezza”, tesa alla tutela dei diritti delle persone coinvolte nel procedimento penale e - ancor più - rivolta alla salvaguardia della funzione giurisdizionale, onde rendere effettivamente libero il convincimento della Magistratura giudicante da ogni forma di interferenza e suggestione, anche e soprattutto di rango istituzionale come nel caso di specie, che sono e devono restare estranee al “giusto processo”».

E ancora, evidenzia la Camera Penale di Cosenza, «l’espressione “è una ‘ndrangheta … che si presenta nelle vesti di un avvocato” intacca, mediante l’inaccettabile accostamento “’ndrangheta-avvocato”, l’effettività del diritto di difesa degli avvocati indagati nel detto procedimento e ne dileggia la funzione costituzionale» ed è per questo che la Camera Penale di Cosenza rivendica «con forza e determinazione, la funzione di “sentinella delle garanzie dei diritti” da parte dei penalisti cosentini, nei termini impressi nello Statuto della Camera penale “Avvocato Fausto Gullo” per la più efficace attuazione della giustizia penale, che deve essere tenuta al riparo dal pensiero “illiberale che imperversa nel nostro Paese, sempre più proclive ad assimilare l’indagato al reo”».

Ed è per questo motivo che i penalisti iscritti alla Camera Penale “Fausto Gullo”, esprimono «ferma e incondizionata solidarietà agli avvocati penalisti del foro cosentino, Marcello Manna e Paolo Pisani, che da decenni difendono con probità, decoro, diligenza e competenza “i diritti degli ultimi” e le cui Toghe sono intrise dei valori dell’Avvocatura come vocazione ancor prima che professione, certi che i preposti Organi di giustizia ne accerteranno la estraneità da qualsiasi condotta loro ascritta».

La delibera è stata trasmessa al ministro della Giustizia Marta Cartabia, al Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane e ai Componenti del Coordinamento delle Camere penali della Regione Calabria. Nelle prossime ore sarà infine convocata un’assemblea urgente degli iscritti, al fine di valutare ulteriori iniziative a difesa dell’avvocatura.

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