La testimonianza di Ennie Russo, raccolta durante l’intervista A tu per tu, apre un nuovo e necessario spiraglio nella tragica vicenda di violenza che ha colpito sua madre, Maria Antonietta Rositani, sopravvissuta al tentato femminicidio messo in atto dal suo ex marito. Una storia nota per la sua brutalità, ma che attraverso le parole della figlia assume una dimensione ancora più profonda: quella dello sguardo di chi ha visto, vissuto e subito la violenza da bambina e da adolescente, e che oggi sceglie di trasformare quel trauma in forza e impegno.
Ennie racconta non solo la figura di un uomo e compagno violento, ma anche di un padre che l’ha costretta ad assistere alle aggressioni e, in alcune occasioni, a subirne lei stessa. Una spirale di terrore che l’ha segnata ma che, paradossalmente, le ha dato la spinta per reagire: per proteggere sua madre, per denunciare, per non rimanere più in silenzio. Notti insonni, telefono sotto il cuscino e poi gli insulti, gli sputi, i pugni. «Ho avuto paura ma non potevo pensare di rimanere a guardare mentre distruggeva mia madre. Mi sono sempre ribellata e quando ha iniziato a vedermi come la sua alleata ha iniziato anche con me. Quando l’ho sentito uscire dicendo a mia madre “io ti ammazzo” ho deciso che dovevo fare qualcosa».
La sua voce risuona come quella di una donna che è riuscita a rinascere dal dolore: oggi Ennie crede nell’amore, ha costruito una famiglia, ha dato alla luce una figlia e si batte perché la violenza non sia più un destino inevitabile, ma un’ingiustizia da spezzare insieme.
La sua esperienza diventa così un messaggio potentissimo rivolto a ragazze, figlie, donne che ancora sopportano in silenzio. «Non accettate neanche il primo insulto», ammonisce Ennie, ricordando che la violenza non inizia mai con un colpo, ma con una parola detta per umiliare e controllare.
Il suo appello è chiaro: la denuncia non è responsabilità esclusiva della vittima diretta, ma di tutta la rete che la circonda. Familiari, amici, conoscenti devono diventare sostegno, protezione, voce quando la paura soffoca. Una rete capace di impedire che una donna si ritrovi sola davanti all’orrore.
La testimonianza di Ennie Russo non è soltanto un racconto di dolore: è un esempio di rinascita, un invito alla consapevolezza e un grido di lotta affinché nessuna donna, mai più, debba sentirsi abbandonata.