Violenza sugli animali

Fuscaldo, ucciso con una fucilata un cane che si era allontanato da casa. Il Comune: «Non rimarremo indifferenti»

Dopo la vicenda del cane Angelo, ucciso a Sangineto nel 2016, un nuovo episodio brutale si è verificato nel Tirreno cosentino: Simba è morto in clinica dopo essere stato ferito con una rosa di pallini

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di Francesco Frangella
5 febbraio 2024
23:00

Sono passati soltanto otto anni da quando lo sdegno colò come una slavina sul Tirreno cosentino, da quando l’orrore e il raccapriccio per la tragica fine del cane Angelo, fatto fuori a Sangineto da quattro balordi successivamente condannati a sedici mesi (di cui sei da scontare in canile), smossero l’Italia intera.

Dai tg nazionali alle trasmissioni di approfondimento più seguite, tutti si dedicarono alla vicenda, esaltando i tratti brutali di un’azione che, più o meno esplicitamente, è stata soventemente presentata con i connotati della tipicità locale, figlia di una subcultura violenta, endemica a queste latitudini caratterizzate dall’arretratezza.


Una coltre di vergogna stesa dal Tirreno cosentino all’intera regione, un senso di colpa per la tolleranza ai comportamenti antianimalisti, che ha offuscato persino le coscienze più nette, fortunatamente confortate - dopo lunga battaglia legale - dalla sentenza di condanna emessa dal tribunale di Paola.

A distanza di otto anni, a quanto pare, la lezione non è però bastata a maturare un’idea diversa da quella che, generalmente, viene associata alla Calabria quando si tratta di misurarne il grado di civiltà col metro del trattamento riservato agli animali.

Ancora una volta, purtroppo, la gratuità del male commesso contro chi vive di istinti e sentimenti senza tornaconti, è tornata a sgorgare lungo la dorsale cosentina della statale 18, un po’ più a sud di Sangineto ma con la stessa drammaticità.

A Fuscaldo, civilissimo borgo noto per aver dato i natali a Vienna  (mamma di San Francesco di Paola, esempio celeste di amore incondizionato per l’intero Creato e gli animali soprattutto) da circa quattro anni viveva Simba, un bel meticcio, figlio di un incrocio tra Labrador e Alano. Questo cane aveva una casa e una famiglia, un’esistenza serena e un carattere amorevole, forgiato anche grazie a due bambini innamoratissimi di lui.

Pacioso e imponente, Simba ha commesso un solo errore in vita sua, quello di seguire l’istinto naturale in un mondo che purtroppo è stato preso in ostaggio dalla razza umana.

Simba è morto ammazzato sabato 3 febbraio, nel pomeriggio, perché dando retta al suo fiuto s’è allontanato da casa per andare a trovare, cinquecento metri più in là, la cagnolina che lo aveva attratto con il suo odore, una fragranza tale da avergli, probabilmente, persino impedito di capire cosa fosse successo nel momento in cui, in preda alla frenesia, è stato colpito da una rosa di pallini agli organi genitali.

Quanta crudeltà e vigliaccheria ci vogliano per sparare, con l’intento di uccidere, una creatura impegnata nell’atto che più di ogni altro è simbolo d’amore, è una domanda che può forse trovare risposta soltanto nell’ultimo girone dell’Inferno dantesco, sibilata dalle tre bocche del diavolo in persona, perché solo un’anima dannata può trovare parole per giustificare un delitto simile.

Ferito gravemente, il molosso è corso verso casa, così come testimoniano le telecamere di sorveglianza di un’abitazione vicina, che ne hanno immortalato il viaggio d’andata intorno alle 15.35, e quello del fugace ritorno verso le 15.42, quando a larghe falcate intervallate da una scia di sangue, è tornato piangendo dalla sua famiglia.

Soccorso e trasportato in clinica, Simba è morto poco dopo il suo arrivo, sotto gli occhi increduli di chi lo ha amato sin dal primo giorno.

«Come amministrazione comunale non rimarremo indifferenti rispetto all’accaduto - hanno fatto sapere dal Comune di Fuscaldo tramite i profili social - ed abbiamo dato mandato al nostro consigliere comunale delegato agli animali d’affezione, Carmine Scrivano, di sostenere, presso gli organi competenti, ogni iniziativa che sarà intrapresa».

Una presa di posizione che, in qualche modo, lascia un margine di speranza rispetto al fatto che gli otto anni trascorsi dall’assassinio del cane Angelo, non siano passati completamente invano. Che da Simba in poi la storia non si ripeta.

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