Il caso

La strana storia della cardiologia di Polistena, un’eccellenza che qualcuno ha deciso di cancellare

Il reparto rischia ormai di collassare per carenza di personale. Da mesi gli appelli e le segnalazioni, di medici, sindacati, cittadini, amministratori sono stati lasciati cadere nel vuoto. Il commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria fa orecchio da mercante

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di Pasquale Motta
12 marzo 2022
10:00
L’ospedale di Polistena; nel riquadro il dottore Amodeo
L’ospedale di Polistena; nel riquadro il dottore Amodeo

Ci risiamo, la solita Calabria, quella che tende a distruggere qualsiasi eccellenza territoriale sul piano sanitario si è rimessa in moto. Ogni qualvolta un servizio pubblico, in particolare nella sanità, comincia a funzionare, ecco che qualcuno dall’alto della sua postazione di potere comincia a remare contro. Demolire piuttosto che costruire: è stato ed è, uno dei peggiori fenomeni di malcostume della nostra regione.

Questa volta la macchina distruttiva si è messa in moto verso la sanità di Polistena. Ad onor del vero, la macchina demolitrice si muove con dinamiche simili in tutta la regione. Basti pensare agli attacchi alla cardiologia universitaria del professor Ciro Indolfi. Oppure si pensi alle vicende della Sant’Anna Hospital. Ma torniamo ai fatti di Polistena. Nella città della piana, il dottor Vincenzo Amodeo direttore ff della cardiologia/Utic, nella totale desertificazione della sanità di quel territorio, con un’eccellente equipe di medici e paramedici è riuscito a costruire una piccola eccellenza sanitaria. 


Amodeo, tra l’altro, è un professionista di livello nazionale nel settore della cardio stimolazione. Il lavoro del direttore ff della cardiologia/Utic, è apprezzato dalla cittadinanza del territorio, dagli enti locali, dalle organizzazioni sindacali. Nonostante tutto ciò, e nonostante gli evidenti e positivi risultati, questa eroica generosità professionale (al dottor Amodeo solo qualche giorno fa, il commissario Asp ha riconosciuto le indennità per la funzione ricoperta e, comunque, solo dopo aver minacciato di ricorrere al giudice del lavoro) ed eccellenza sanitaria rischia di collassare sotto la graduale insensibilità delle istituzioni sanitarie regionali e metropolitane. Pensionamenti e carenza strutturale del personale hanno ormai messo con le spalle al muro il nosocomio della piana reggina. 

Il grido di allarme di sindacati, sindaci, medici, cittadini comuni che da mesi denunciano lo scempio, è stato sistematicamente fatto cadere nel vuoto. Il dottor Vincenzo Amodeo, cuore pulsante, organizzatore e deus ex machina della cardiologia di Polistena, tra qualche mese andrà in pensione.  In base alla legge potrebbe avere una proroga che gli consentirebbe di rimanere alla guida del reparto del nosocomio ancora per qualche anno ma, allo stato, non gli è stata concessa.

Una curiosa circostanza, considerato che, al 99% dei primari nella sua stessa condizione è stata autorizzata. A questo punto è abbastanza evidente che qualcuno nelle alte sfere della sanità reggina rema contro, magari anche solo facendo “orecchie da mercante” alle denunce lanciate dalle organizzazioni sindacali e non solo da esse. Qualcuno evidentemente potrebbe aver sposato la lirica del “lentamente muore” una sanità di eccellenza in un territorio spogliato da qualsiasi presidio di sanità degno di questo nome.

«La sanità nella piana di Gioia Tauro rischia ormai di collassare -ha tuonato la Cgil qualche giorno fa - la cardiologia dei due ospedali Spoke di Polistena e di Locri sono destinate a sbriciolarsi nell’indifferenza della politica e dei vertici sanitari. Tra il mese di aprile e giugno non saranno in grado di garantire i turni per carenza di personale».

Le “orecchie di mercante” da mesi sono state molte: dall’ex commissario ad Acta per il rientro del debito, Guido Longo, al commissario straordinario Gianluigi Scaffidi (il più sordo di tutti). Addirittura il paradosso: al dottor Amodeo sono stati aperti alcuni procedimenti disciplinari solo per il fatto di aver segnalato le difficoltà della struttura sanitaria. L’ultima drammatica segnalazione dei medici risale al 25 febbraio.

I sanitari della Cardiologia/Utic dell’ospedale di Polistena, infatti, hanno indirizzato una missiva al prefetto di Reggio Calabria, al presidente della Giunta Regionale nonché commissario ad acta per il Piano di rientro, al commissario straordinario dell’Asp, al direttore sanitario dell’Asp, al responsabile “Risk managemant, al direttore sanitario della struttura ospedaliera di Polistena e al direttore ff. della Soc di cardiologia/Utic di Polistena, hanno evidenziato, quanto detto sopra, l’impossibilità di coprire i turni di servizio per il prossimo futuro, a causa di grave carenza di personale: sui nove medici attualmente in servizio presso la Struttura (ben al di sotto della dotazione necessaria, in quanto ne servirebbero almeno 24) quattro, secondo quanto riportato dalla lettera, andranno in pensione tra aprile e giugno 2022, per cui ne rimarranno in servizio soltanto cinque.

Di questi, uno è esonerato dalle notti per questioni di salute, per cui, con i rimanenti quattro, non possono essere garantiti i turni h 24 nelle due unità operative (cardiologia e Utic) ad iniziare dal prossimo mese di aprile. Silenzio assordante. Perché?  

È lecito chiedersi cosa intendono fare le strutture sanitarie della regione? Chi ha interesse a cancellare la cardiologia di Polistena? La sordità del commissario Scaffidi, in tal senso, risulta alquanto sospetta. Come risultano sospette alcune voci secondo le quali, un medico senza le competenze potrebbe sostituire il direttore ff Amodeo. Nella Calabria anti meritocrazia non sarebbe la prima volta che accade una cosa del genere, soprattutto nella sanità. I casi in cui la competenza cede il passo alla lottizzazione clientelare, sono stati tanti, sono stati troppi.  

A questo punto, per fugare ogni dubbio, dovrebbe intervenire il massimo titolare della Sanità regionale: il presidente della regione, Roberto Occhiuto. È abbastanza evidente, infatti, l’inadeguatezza del commissario straordinario dell’Asp, Gianluigi Scaffidi, a gestire la situazione. Risulta curioso che il commissario dell’Asp di Reggio Calabria, non sia stato revocato, e ciò, nonostante il cambio degli equilibri politici regionali e nazionali.

Chi garantisce la permanenza del commissario Asp nominato espressione di un governo giallorosso? L’opinione pubblica esige delle risposte. I silenzi da parte delle autorità politiche e sanitarie, rispetto ad alcune emergenze, di solito, celano le peggiori rapine a danno dei territori. E ciò in spregio agli interessi della cittadinanza.

La domanda riemerge forte: chi ha deciso e perché di smantellare una piccola eccellenza sanitaria come quella della Soc di Cardiologia/UTIC di Polistena? A vantaggio di cosa, si preferisce far morire nell’oblio, una struttura sanitaria strategica per la tutela della salute del territorio? 

Giornalista
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