La beffa delle terme senza… acqua: boom di turisti e rubinetti a secco

VIDEO | Le naturali sorgenti sulfuree di Caronte, a Lamezia, continuano ad attirare visitatori che si concedono bagni di fango e abluzioni ma case, bar e alberghi scontano i disagi di un razionamento che in estate acuisce i disagi

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di Tiziana Bagnato
23 agosto 2019
13:55

Caronte, località di Lamezia Terme che con le sue acque sulfuree dà il nome alla città. Lì, in quella che in gergo popolare viene chiamata “gurna” si ritrovano tutto l’anno turisti e residenti per godere delle calde e curative acque e dei fanghi.

Un via vai che d’estate si infittisce. Peccato che da due anni a questa parte proprio nei mesi caldi i rubinetti rimangano a secco, bloccando il lavoro di chi ha attività commerciali o non permettendo anche una semplice doccia a chi ha goduto delle acque dal notorio odore decisamente sgradevole.


 

Lo denunciano gli stessi cittadini e operatori stanchi di dovere ricorrere all’autoclave spendendo in elettricità e non solo, senza contare che non tutti possono affrontare la spesa. «È penalizzante – ci ha detto Nicola Calidonna, titolare di un bar ed ex consigliere comunale chiudere l’acqua in una zona turistica alle cinque del pomeriggio. Dovrebbero lasciarla almeno fino alle nove. Chi lavora ha il diritto di tornare a casa e farsi una doccia. Di disagi ce ne sono tanti. Io che ho un bar e un ristorante non riesco a far fronte a tutto con la sola riserva d’acqua».

Ci sono poi i turisti, risorse preziose per un territorio come quello lametino. «C’è chi ha preso stanze in affitto o alloggia negli alberghi della zona senza possibilità di farsi una doccia. Tanti anche quelli che usufruiscono della vasca nelle ore notturne e che al rientro hanno trovato i rubinetti a secco» testimonia Luigi Serafino Gallo.

 

«Ormai è una consuetudine – ci dice una cittadina – l’acqua viene mandata due ore al mattino e poi viene staccata. Più volte sono dovuta andare a protestare». Insomma, un ennesimo paradosso nostrano. Quando un’area di solito bistrattata e dimenticata come quella di Caronte conosce il suo periodo di maggiore affollamento i servizi vengono tagliati anziché potenziati, costringendo alla resa chi da tempo spero di fare decollare la zona.

Un’area mal collegata, con pochissimi mezzi pubblici che possano permettere a chi usufruisce delle terme, la vasca pubblica e lo stabilimento privato, di potersi muovere autonomamente. Stessa sorte per i turisti stranieri che non mancano ma che senza auto sono tagliati fuori dal centro della città e isolati.

Giornalista
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