Racconti di solidarieta’

Lamezia, il dormitorio della Caritas dal quale si ricomincia a vivere

VIDEO | C’è chi dormiva in stazione e ora è un volontario, chi sta imparando l’italiano. Tante storie di “passaggio” con il sostegno psicologico, legale, medico e non solo dell’ente della Cei

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di Tiziana Bagnato
19 gennaio 2022
15:39

Non solo un dormitorio, ma molto di più. A pochi passi dalla stazione centrale di Sant’Eufemia, lì dove non è insolito vedere qualcuno passare la notte cercando di trovare scampo al freddo gelido sotto coperte e bustoni, si trova Querce di Mamre.

La struttura inaugurata ad ottobre del 2021 grazie ai fondi dell’otto per mille, può ospitare fino ad una ventina circa di senzatetto, ma è molto di più di un dormitorio, rappresenta molto di più per chi viene a contatto con quel nucleo operoso di volontari e operatori Caritas che su ogni persona lavorano cercandone di capire la storia, il percorso, le aspettative, cercando di rimetterle in carreggiata. Il dormitorio fa parte di quel circuito virtuoso della Caritas diocesana di Lamezia Terme, guidata da don Fabio Stanizzo, all’interno del quale si trova la mensa Caritas, l’ufficio docce e vestiario, l’ufficio legale.


Dormiva in stazione, ora è un volontario Caritas

C’è chi come Nicola dormiva alla stazione, poi è stato indirizzato per un pasto caldo alla mensa Caritas e da lì in questa struttura della quale è diventato volontario «per cercare di ridare, almeno in parte, ciò che ricevo». 

Le casette in legno all’esterno della struttura, hanno goduto della sua manodopera. Si tratta di due micro abitazioni pronte nel caso in cui dovessero esserci casi di Covid o emergenze di altro tipo. I controlli sul virus vengono fatti a tutti i nuovi ospiti e in caso di sintomi. Il periodo lo impone, ma se qualche nuovo arrivato dovesse risultare positivo non viene mandato via, ma messo in isolamento e seguito da un punto di vista medico.

Gli ospiti hanno assistenza sanitaria, legale, supporto psicologico. Le loro sono spesso storie tortuose e difficili ma tutti hanno voglia di ricominciare. Ci sono ex ospiti che ora hanno un lavoro e una casa. La sera a portare la cena ci pensano le famiglie del quartiere.

Tra gli ospiti al momento una decina, l’età va da venti ai sessant’anni, ci sono italiani, africani, persone dell’est europa. Guardano la televisione insieme, cenano e discutono, come un nucleo familiare. Un nucleo che ha trovato un terreno fertile dal quale fare ripartire le proprie vite.

Il progetto delle “Querce di Mamre”, prende il nome dagli alberi sotto i quali Abramo accolse i pellegrini ed attraverso di loro incontrò il Signore. Nato nel 2014 nella struttura affidata dal Comune alla Caritas diocesana, era stato sospeso nel 2020 per scadenza di locazione del Comune e per l’esigenza di effettuare alcuni lavori di manutenzione al termine dei quali i locali, che tra il 2014 ed il 2020 hanno accolto circa mille persone senza fissa dimora, ora sono tornati ad essere fruibili.

 

Giornalista
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