Lamezia, roghi dal campo rom: il sindaco sporge denuncia

Continuano quasi quotidianamente i roghi alla diossina prodotti dal campo rom di Lamezia Terme. Il sindaco ora ha deciso di sporgere denuncia
di Tiziana Bagnato
23 luglio 2015
10:27

Compaiono ogni giorno intorno alle cinque del pomeriggio e continuano fino a sera. Sono i fumi provenienti dal campo rom di Scordovillo, il campo più grande del Mezzogiorno da Napoli in giù, sottoposto ad un’ordinanza di sgombero mai evasa.

 


Ad originare i fumi sono i roghi di pneumatici lasciati ai rom per poche decine di euro con lo scopo di smaltirli senza dovere ricorrere a procedure burocratiche più laboriose. Ma non si tratta di un semplice ‘affare’ tra gommisti e rom, ma di un vero e proprio problema sociale, visto che dai roghi si produce diossina che viene poi diffusa in tutta la città.

 

Ecco perché il sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro ha sporto formale denuncia- querela contro ignoti «in merito alle nubi di fumi causati da incendi e combustioni sviluppatisi all’interno del campo nelle giornate del 20 e 21 luglio 2015».

 

Il primo cittadino si è appellato all'ipotesi di reato per il delitto di inquinamento ambientale che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni e la multa da 10.000 a 100.000 euro chiunque, abusivamente, cagiona una compromissione o un deterioramento, significativi e misurabili delle acque o dell'aria nonché, di un ecosistema, della biodiversità, della flora o della fauna.

 

La denuncia, inoltre, è stata motivata da «ragioni di ordine pubblico e di sicurezza pubblica che impongono l’immediata elisione di tali attività di combustione anche per scongiurare il rischio di incendio dello stesso campo rom, nonché ipotesi ben più grave, la morte dei soggetti coinvolti».

Giornalista
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