«Uno schiaffo alla civiltà quanto accaduto a Nunzia Coppedè a Lamezia»

Così Saffioti e D'Elia, autori del libro alla cui presentazione avrebbe dovuto assistere la vice presidente della Fish Calabria lasciata fuori per  la rampa di accesso ai disabili bloccata da un’auto, commentano quanto accaduto

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di T. B.
5 maggio 2019
12:47

«Quanto accaduto venerdì sera all’amica Nunzia Coppedè, in occasione della presentazione del nostro libro “Respirare”, è un episodio gravissimo che sarebbe potuto accadere a qualsiasi altra persona con disabilità che si fosse trovata lì in quel momento,  ed è una bruttissima pagina per la nostra città».

 


Antonio Saffioti e Salvatore D’Elia autori del libro “Respirare. La tracheotomia come scelta di vita indipendente” commentano così l’amara avventura capitata alla vice presidente della Fish Calabria Nunzia Coppedè che non ha potuto assistere alla presentazione del volume perché ha trovato la rampa di accesso bloccata da un’auto.

 


«Mentre in quella sala del seminario vescovile per oltre circa due ore tante persone hanno assistito al racconto di una storia fatta di lotte quotidiane per i diritti e la vita indipendente, a pochi metri si stava invece manifestando un’altra faccia della nostra città, per fortuna minoritaria: l’inciviltà e l’indifferenza. In quella stessa sala, pienamente accessibile, entrambi abbiamo chiesto più volte nel corso dell’iniziativa di spostare la macchina che creava ostacolo all’accesso. Purtroppo inutilmente», ricordano in una nota.

 

Richiami che sono caduti nel vuoto mentre fuori sotto la pioggia Nunzia Coppedè attendeva sulla sedia a rotelle di potere entrare ad assistere alla presentazione di un libro che racconta la spinta alla vita e quel atavico desiderio di andare oltre i limiti che il destino ci ha posto.

 


«Non è ovviamente questa la sede per entrare nel merito delle vicende raccontate. Un dato però è chiaro, dal racconto di Nunzia e dalla foto scattata e condivisa sui social si sono create condizioni che hanno impedito una persona con disabilità di accedere ad un luogo pubblico, di vivere un momento di socialità e condivisione insieme a tanti altri cittadini. Tutto questo è inaccettabile –a Lamezia e nell’Italia del 2019 – incalzano Saffiori e D’Elia - L’indignazione e la rabbia di Nunzia sono le nostre. Chi ha parcheggiato dove non doveva parcheggiare o chi, stando al racconto di Nunzia, non ha prontamente risposto per sanare l’ingiustizia ha, nei fatti, creato le condizioni per il venir meno di diritti fondamentali di un cittadino, garantiti dalla Costituzione».

 


«Noi non abbassiamo la guardia. Continuiamo, attraverso le prossime occasioni di presentazione del nostro libro e non solo, a fare da pungolo perché i diritti, la buona qualità della vita, le garanzie costituzionali di tutti i cittadini e delle persone con disabilità non restino lettera morta. Ed episodi simili, veri e propri schiaffi in faccia alla civiltà e all’umanità - concludono - non si ripetano».

 

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