Lamezia, sequestrata un'area di 2000 metri quadri utilizzata come discarica di rifiuti speciali

Denunciati l'amministratore e il responsabile tecnico di una nota azienda specializzata in recupero e smaltimento di pneumatici fuori uso

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21 maggio 2021
09:46

Un’area di duemila metri quadrati usata come discarica abusiva di rifiuti speciali da una nota azienda di Lamezia Terme. Due persone sono state denunciate e il terreno è stato posto sotto sequestro. A condurre le indagini i finanzieri del Gruppo di Lamezia Terme, unitamente ai Carabinieri del Comando per la Tutela ambientale e Transizione ecologica - NOE di Catanzaro, al Nucleo Operativo di Polizia Ambientale della Capitaneria di porto di Vibo Valentia e alla Sezione P.G. – aliquota Ambiente della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, coordinati dal procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, Salvatore Curcio, e dal sostituto procuratore Marica Brucci. Il sequestro dopo una serie di accertamenti eseguiti nell'area industriale Papa Benedetto XVI, che hanno permesso di scoprire l’area illecitamente utilizzata come deposito e stoccaggio di rifiuti speciali.

A rischio le falde acquifere

L’azienda, specializzata nell’attività di recupero e smaltimento di pneumatici fuori uso, aveva destinato il terreno, sprovvisto di pavimentazione, per accumulare un’enorme quantità di rifiuti speciali di diversa natura. Tra i materiali, ritrovati sparsi nel nudo terreno, diversi cassoni scarrabili contenenti pezzi di auto fuori uso, materiali in pvc, granuli fini di pneumatico commisto a frammenti di gomma, derivanti dal ciclo di lavorazione dell’azienda, oltre a varie attrezzature in ferro in disuso e diversi cumuli di cemento, materiale edile e bituminoso. I rifiuti erano esposti agli agenti atmosferici, pertanto il pergolato, assorbito dal terreno, avrebbe potuto inquinare le falde acquifere presenti in zona.


Nessuna protezione dall'ambiente esterno

Inoltre, a seguito di una verifica effettuata da personale tecnico dell’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente della Calabria, intervenuto alle operazioni, è stato accertato che l’azienda non aveva ottemperato a diverse prescrizioni contenute nell’Autorizzazione integrale ambientale rilasciata dal Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Calabria, in quanto era stata riscontrata l’assenza di adeguate barriere di protezione ambientale e di sistemi di copertura delle aree adibite a deposito dei rifiuti, il mancato distanziamento dei cumuli dei rifiuti e il mancato rispetto dei limiti di altezza dei predetti nei piazzali esterni.

Le attività d’indagine hanno consentito di accertare la responsabilità sia dell'amministratore che del responsabile tecnico della società, per plurimi reati in materia ambientale, e di sottoporre a sequestro preventivo l’area. L'operazione si inserisce nelle attività avviate dalla Procura per fronteggiare il grave fenomeno dell’inquinamento ambientale nell’area della piana di Lamezia Terme.

 

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