Sanità Calabria

Più soldi ai medici per lavorare in pronto soccorso, legge regionale resta poco applicata e senza linee guida

VIDEO | In Calabria ci sono aziende che si sono uniformate, altre ancora no, mentre anche il Governo ha varato una simile misura 

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di Luana  Costa
29 marzo 2023
07:40

Nonostante l’approvazione di una legge regionale stenta ancora a trovare applicazione la misura che prevede l’erogazione di una apposita indennità per i medici disponibili a prestare servizio nell’area dell’emergenza urgenza. Si tratta di una disposizione inserita nella battezzata manovra d’autunno, un pacchetto di misure presentato alla stampa nell’ottobre dello scorso anno che prevedeva una serie di interventi strutturali e temporanei al fine di rafforzare gli organici, decisamente asfittici, delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi.

Prestazioni a 100 euro

Tra questi, appunto, anche l’incremento, in termini economici, delle prestazioni aggiuntive per i medici disponibili a svolgere turni di lavoro nelle unità di anestesia e rianimazione o pronto soccorso, ovvero laddove la carenza di camici bianchi è divenuta ormai cronica. Cento euro all’ora per i medici che svolgano turnazioni aggiuntive all’interno dello stesso reparto, provenienti da un altro reparto (ma per discipline equipollenti) della stessa azienda e perfino provenienti da altre aziende.


Legge regionale, lettera morta

Questo almeno il contenuto della legge regionale approvata a distanza di poche settimane (21 ottobre 2022) ma in alcuni casi rimasta lettera morta e applicata sul territorio regionale a macchia di leopardo. Ancora oggi spostandosi di provincia in provincia, ma anche all’interno della stessa provincia, è tutto un fiorire di interpretazioni. Chi paga ancora a 60 euro all’ora, chi si è uniformato e paga a 100 euro all’ora e c’è pure chi corrisponde 80 euro all’ora per prestazioni aggiuntive svolte nell’area dell’emergenza urgenza.

Linee guida

Una disomogeneità nell’attuazione della misura che – almeno nelle intenzioni della legge – si sarebbe dovuta evitare attraverso la redazione di apposite linee guida «al fine di garantire l’applicazione degli istituti contrattuali in maniera uniforme sull’intero territorio regionale». Il documento, che avrebbe dovuto predisporre il dipartimento Tutela della Salute, tuttavia non ha ancora visto la luce. E così ogni azienda si autoregolamenta da sé.

A macchia di leopardo

Probabilmente i più scontenti sono i medici della provincia di Reggio Calabria, i quali continuano a percepire 60 euro all’ora per prestazioni aggiuntive svolte nelle aree dell’emergenza degli ospedali più disagiati. C’è poi l’azienda sanitaria provinciale di Crotone, che in virtù di una convenzione sottoscritta con l’azienda ospedaliera di Catanzaro, paga 80 euro per le ore di lavoro svolto dai camici bianchi provenienti dal capoluogo nel pronto soccorso del San Giovanni di Dio.

A 100 euro

Ma c’è anche chi, di recente, la legge regionale ha deciso di applicarla. È il caso, tra le altre, dell’azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia che remunera i medici provenienti da altri reparti dello Jazzolino a 100 euro per ogni ora di turno trascorso nel pronto soccorso. Dimostrazione del contesto piuttosto variegato attualmente presente in regione

Le misure in Cdm

Un vero paradosso se si pensa che adesso anche il Governo ha approvato un pacchetto di simili misure per limitare il ricorso ai medici gettonisti, i quali per effettuare un’ora nelle corsie dei pronto soccorso chiedono cifre considerevolmente più alte. Il decreto varato ieri sera dal Consiglio dei Ministri prevede per l’appunto il pagamento di 100 euro all’ora per le prestazioni aggiuntive svolte dai medici nell’area dell’emergenza urgenza.  

Giornalista
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