Il sit-in

A scuola con giacconi e coperte, il Liceo Scientifico di Rossano senza riscaldamenti: scatta la protesta degli studenti

VIDEO | Tempi lunghi per i lavori: i genitori minacciano azioni legali per l’iniziale inerzia della Provincia. Gli interventi inizieranno il 15 gennaio 

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di Matteo Lauria
12 gennaio 2024
11:13

Nel cuore dell'inverno, il Liceo Scientifico di Rossano è teatro di una crescente protesta da parte di studenti e genitori, costretti a fronteggiare la dura realtà dell'assenza di riscaldamenti nelle aule da metà novembre. Le temperature in picchiata rendono impossibile per gli studenti concentrarsi sulle lezioni, generando preoccupazioni sul rispetto dei loro diritti fondamentali. In questo contesto di emergenza, la comunità scolastica si unisce in una voce corale, chiedendo un intervento immediato da parte delle autorità per garantire un ambiente di apprendimento adeguato e sicuro. Questa mattina, genitori e studenti, hanno iniziato un sit-in di protesta contro la mancanza di riscaldamento nelle loro aule. I lavori di riparazione, annunciati con la promessa di una soluzione entro tre settimane, si sono protratti oltre le aspettative. Il problema persiste dal mese di novembre e ha raggiunto proporzioni intollerabili dopo le vacanze di Natale. I genitori, uniti nella richiesta di risoluzione immediata, esprimono la loro preoccupazione per il fatto che i loro figli stanno frequentando la scuola in condizioni inaccettabili. Alcuni studenti sono costretti ad affrontare le gelide temperature portando coperte, rendendo evidente la gravità della situazione. Il disagio dei genitori è ulteriormente accentuato dalla mancata risoluzione del problema nonostante i ripetuti annunci da parte della scuola. Già dai primi di dicembre sono state fatte promesse di lavori che avrebbero dovuto risolvere la situazione in una settimana. Tuttavia, tali lavori non sono stati completati, e ora il disagio si è trasformato in una vera e propria emergenza.

Minacciato il coinvolgimento della Procura 

Le denunce ufficiali da parte dei genitori alle autorità sanitarie risalgono al 15 dicembre, quando l'Azienda Sanitaria provinciale ha effettuato un sopralluogo confermando la mancanza di riscaldamento in tutta la struttura scolastica. Solo dopo queste segnalazioni ufficiali, la Provincia ha deliberato di affidare i lavori a un'impresa. Tuttavia, la comunità genitoriale è profondamente insoddisfatta del ritardo con cui la Provincia ha preso provvedimenti, considerando che i lavori inizieranno solo il 15 di questo mese. È stato dichiarato un evidente deterioramento della rete di riscaldamento, messo in luce dai lavori iniziati all'inizio di dicembre, ma non è stata data la dovuta attenzione al problema in tempi adeguati. Di fronte a questa situazione, i genitori minacciano azioni legali depositando documenti ufficiali presso la Procura della Repubblica. Vogliono stabilire chi è responsabile di questa negligenza che ha portato a una chiara violazione dei diritti fondamentali dei loro figli: il diritto alla salute e il diritto all'istruzione. La protesta è solo l'inizio, e chiedono un intervento immediato da parte delle autorità competenti per risolvere questa emergenza e garantire un ambiente scolastico sicuro e confortevole per i loro figli. Un aspetto che spesso passa inosservato è il disagio dei docenti, costretti a svolgere il proprio lavoro in un ambiente che non è affatto idoneo. «Il sistema microclimatico delle scuole, denuncia uno dei genitori presenti, sembra essere al di sotto dei minimi legali, e la situazione diventa insostenibile quando la temperatura all'interno è pari a quella esterna, ovvero cinque gradi. Questo è il minimo legale, ma si discosta notevolmente dai 18 gradi ambientali raccomandati per un ambiente di apprendimento adeguato». La denuncia di questa emergenza è diventata inevitabile solo dopo alcuni giorni, quando è emerso che l'impianto di riscaldamento è guasto e necessita di riparazioni urgenti. Ciò solleva una domanda fondamentale: come siamo arrivati a questo punto? I genitori, insieme agli studenti, sono stati costretti a prendere posizione, a sostenere gli insegnanti e addirittura a organizzare scioperi per chiedere un ambiente di studio adeguato.


 

Giornalista
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