Ai domiciliari

Locri, morì per lesioni: arrestati i due fratelli. Il gip: «Picchiato con violenza anche quando era incosciente»

Il decesso ad aprile scorso mentre il 54enne era ricoverato in Rianimazione: il caso fu scoperto fortuitamente dai carabinieri che avevano captato alcune conversazioni tra tifosi durante un servizio d'ordine allo stadio comunale

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di Redazione
26 ottobre 2023
06:55

Sono ritenuti responsabili di maltrattamenti fino a causare la morte del proprio fratello: per questo i carabinieri della compagnia di Locri hanno arrestato questa mattina, in esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Locri su richiesta della locale Procura della Repubblica, due persone di 61 e 58 anni. Si tratta di Domenico e Antonio Orlando, uno residente a Locri e l'altro a Vinci, in provincia di Firenze.

Le accuse sono di maltrattamenti aggravati dall’evento morte, lesioni personali aggravate e indebito utilizzo di carte di credito e di pagamento in danno del fratello Cosimo, 54enne deceduto lo scorso 14 aprile nel Reparto di Rianimazione dell’ospedale di Locri per arresto cardio-circolatorio connesso alla diagnosi di setticemia severa per la quale risultava ricoverato dal 25 marzo.


L’attività d’indagine ha avuto origine dall’occasionale acquisizione di notizie da parte dei carabinieri della Stazione di Locri, i quali, nel corso di un servizio di ordine pubblico allo stadio comunale, avevano captato conversazioni tra alcuni tifosi locali riferite a circostanze dubbie riguardanti la morte della vittima. I carabinieri hanno così acquisito la documentazione sanitaria, dalla quale emergeva un particolare quadro clinico, caratterizzato dalla presenza di molteplici lesioni.

I successivi approfondimenti investigativi sviluppati capillarmente, mediante attività tecnica e acquisizione di testimonianze, pienamente raccolti e condivisi dal provvedimento cautelare, hanno permesso di accertare che gli indagati, dal luglio 2022, avrebbero posto in essere nei confronti del fratello perduranti condotte vessatorie, spesso sfociate in plurime aggressioni fisiche, dalle quali sarebbe derivato il decesso.

Agli arrestati viene anche contestato l’indebito utilizzo della carta di debito del 54enne mentre si trovava ricoverato in ospedale.

Il gip: «Livello di efferatezza ai danni di un fratello ridotto sempre peggio»

«In concorso tra loro e con reiterati atti di prevaricazione, offese verbali, minacce, violenze fisiche, umiliazioni e soprusi, maltrattavano il fratello Cosimo Orlando, sottoponendolo a numerose sofferenze del corpo e della mente, dalle quali ne derivava la morte il 14 aprile 2023». È quanto si legge nel capo di imputazione contestato ai fratelli Domenico e Antonio Orlando.

Firmato dal gip Mauro Bottone, su richiesta del procuratore di Locri Giuseppe Casciaro e del sostituto Luisa D'Elia, nel provvedimento di arresto vengono riportate le angherie subite dalla vittima, ex agente della penitenziaria che, in più occasioni, sarebbe stato picchiato dai fratelli «con violenza anche quando si trovava inanimato ed in condizione di incoscienza per l'uso di farmaci ed alcool».

Stando alla ricostruzione dei carabinieri, infatti, mesi prima dell'ultimo pestaggio, il 20 agosto 2022, la vittima avrebbe riportato un «trauma cranico». Nel marzo scorso, inoltre, Cosimo Orlando avrebbe riportato «8 costole rotte, una lesione alla spina dorsale, fegato e reni non più funzionanti, il ginocchio lussato e una grave setticemia nel sangue oltre a diverse tumefazioni su tutto il corpo». Circostanze che sono state oggetto anche di una denuncia di una delle sorelle che, ai carabinieri di Locri, ha raccontato i suoi «fondati sospetti che a causare la morte di mio fratello - è il verbale reso dalla donna - fossero state le botte prese da parte di Antonio e Domenico».

Secondo il gip, dimostrando «totale noncuranza» e «piena indifferenza» nei confronti del fratello Cosimo, i due indagati «compivano atti prevaricatori, ingiuriosi, offensivi, umilianti, aggressivi tali da deteriorare sempre più lo stato del prossimo congiunto». Per il giudice, è emerso «un livello di efferatezza dimostrato dalla coscienza e volontà di persistere in condotte vessatoria a danni di un fratello via via sempre ridotto peggio».

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