Donna in rianimazione per una garza lasciata nell’addome, slitta la perizia della procura

VIDEO | Dopo un calvario durato sette mesi in seguito a un parto cesareo all’ospedale di Polistena, la 43enne ha già subito due operazioni. Si attende il sequestro della cartella clinica relativa al secondo intervento

 

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di Redazione
17 ottobre 2018
13:25
L’ospedale di Polistena
L’ospedale di Polistena

Migliorano le condizioni di Daniela Scarlato, la donna di Palmi vittima dell’ultimo caso di presunta malasanità riscontrato all’ospedale di Polistena. La 43enne, alla quale era stata lasciata nell’addome un massa di garza dopo un taglio cesareo, è stata trasferita dal reparto di rianimazione a quello di chirurgia. Le sue condizioni restano gravi, ma al momento non sembrerebbe in pericolo di vita.

 



L’ultima operazione a cui è stata sottoposta nel giro di un mese, per la rimozione di un pezzo di intestino, ha lasciato dei segni indelebili sul corpo e la mente di Daniela. La famiglia si è mossa per denunciare i fatti alla magistratura, come ha spiegato il loro legale, l’avvocato Pasquale Aquino. «Ci siamo mossi – ha dichiarato il penalista – subito dopo avere avuto la certezza della presenza di quell’ammasso di garza nell’addome della signora Scarlato. La Procura si è mossa celermente sequestrando le cartelle cliniche della prima operazione e del corpo del reato, cioè le garze. Il problema è che la situazione della signora non è migliorata, anzi si è resa necessaria una nuova operazione. Per questo motivo, la perizia medica disposta dalla Procura di Palmi, per il 29 ottobre prossimo, potrebbe subire uno slittamento. La fattibilità della perizia infatti dipenderà dalle condizioni di salute di Daniela e dalla necessità da parte degli inquirenti di sequestro della cartella clinica relativa alla seconda operazione chirurgica».

 


In attesa che le sue condizioni di salute le consentano di fare ritorno a casa, quindi, la procura di Palmi sta lavorando in maniera celere per ricostruire i fatti e indentificare tutti i sanitari coinvolti nella vicenda. «L’auspicio della famiglia Rao – ha concluso l’avvocato Aquino – è che si arrivi presto a dibattimento per potere accertare le cause e le responsabilità. In quella sede tuteleremo i diritti della signora costituendoci anche parte civile nel processo».

 

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