Maltempo a Crotone, Caracciolo (ex Pai): «Che fine hanno fatto le vasche di laminazione?

Si apre il fronte delle responsabilità, forte denuncia di Tonino Caracciolo, geologo, già coordinatore del Piano di assetto idrogeologico della Calabria

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di Matteo Lauria
22 novembre 2020
13:20

Si apre la voragine delle responsabilità. Per Crotone esiste il Piano Versace per la messa in sicurezza con ingenti fondi stanziati, attraverso un complesso sistema di vasca di laminazione, ossia di bacini di accumulo a rilascio controllato dei flussi idrici utili in casi di esondazioni e di vistosi allagamenti.

«Di quel Piano solo la vasca di laminazione sul fiume Esaro ha visto la luce. E funziona. Ma non era prevista per l’otto novembre di quest’anno la fine dei lavori della grande vasca di laminazione sul torrente Papaniciaro? Così avevano annunciato i dirigenti della Regione Calabria, della Provincia e del Comune al momento della consegna». A poche ore dal nubrifragio, è forte la denuncia di Tonino Caracciolo, geologo, già coordinatore tecnico del Piano di assetto idrogeologico della Calabria.

Il professionista richiama all’attenzione anche una seconda vasca di laminazione sul Papaniciaro impantanata nelle maglie della burocrazia comunale «che non riesce ad arrivare alla consegna dei lavori dopo un iter burocratico di tre anni». Il problema di fondo è l’avere accentrato le deleghe in materia di protezione civile alla Regione. La gestione di oltre 100 milioni di euro per la riduzione del rischio idrogeologico e 50 per l’erosione costiera ha dilatato enormemente i tempi di realizzazione degli interventi.  Però a qualcosa è servito, certo. A sistemare alcune decine di tecnici amici nominati assistenti al RUP dei Comuni essendo stato inventato uno strano marchingegno per cui i Comuni gestiscono tramite avvalimento del Commissario per l’emergenza idrogeologica. E sì, perché anche per questo siamo commissariati. Lo siamo anche per la depurazione».

Delegare e semplificare le funzioni in materia di protezione civile

Il professionista parla di un centro di potere clientelare che si trasforma spesso in cambio di favori. «Sarebbe molto semplice semplificare e delegare a Comuni e Province tanti micro procedimenti, dal pozzo al nulla osta idrogeologico, dal nulla osta paesaggistico alla gestione dei piani di lottizzazione. Ma il sistema perverso viaggia in senso contrario perché serve accentrare, gestire gare di appalto, che esulano dalle competenze regionali ma sono funzionali al sistema di potere. Come serve al sistema non aver attivato i Presidi idraulici istituiti ormai oltre 15 anni addietro ma serviti solo ad assumere qualche centinaia di sorveglianti idraulici, oggi professionalizzati ma sottoutilizzati e sviliti nella loro funzione fondamentale di prevenzione del rischio idrogeologico.  Perché messi sotto l’ombrello di un altro carrozzone che si tiene in vita artificialmente con denaro pubblico quando dovrebbe essere abolita o radicalmente riformata, Calabria Verde, la cui gestione fu affidata ad un altro Carabiniere. Nulla contro Carabinieri ma che ci azzeccano con la difesa del suolo, stento a capirlo».


  

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