«Mia figlia disabile abbandonata dai professori, per questo ho denunciato»

VIDEO | E' un trattamento di totale indifferenza quello che sarebbe stato riservato a scuola ad una ragazzina catanzarese affetta dalla sindrome di Rett, nota come la malattia delle bambine dagli occhi belli

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di Rossella  Galati
19 giugno 2019
18:16
Bimba lasciata in disparte dai professori
Bimba lasciata in disparte dai professori

Esclusa da ogni tipo di attività didattica, abbandonata per ore su una sedia nell’aula di informatica, ignorata dai suoi due  insegnanti di sostegno. E’ quanto sarebbe accaduto più volte durante tutto l’anno scolastico a Francesca, nome di Fantasia di una ragazzina catanzarese  affetta da una patologia progressiva dello sviluppo neurologico, con gravissimi deficit  cognitivi e di deambulazione. Circostanze che hanno  fatto scattare la querela da parte della madre della minore contro i due docenti. «Ho deciso di farlo perché ne avevo passate tante - spiega la mamma -. Dall’inizio dell’anno li ho sempre perdonati ma nei miei confronti sono stati menefreghisti. Per non parlare della dirigente, mia figlia è stata abbandonata soprattutto da lei».

Atteggiamenti discriminatori

Un trattamento di totale indifferenza dunque che da una parte aggravava il malessere della ragazzina e dall’altro alimentava il dolore di una mamma. «Uno degli ultimi episodi risale a poche settimane fa. Un giorno decido di andare a prendere mia figlia prima dell’orario previsto. Ho saputo che avevano fatto le prove della recita di fine anno ma mia figlia era stata “parcheggiata” in un angolino come spettatrice e non come partecipante. Allora mi dirigo verso la sua classe ma in classe non c’era. Ho visto solamente i suoi compagni saltare dalla gioia perché stava finendo la scuola. Mi reco allora nella sala dei computer. Lì trovo i due professori che facevano i loro comodi al pc e la bambina in un angolino che li osservava. A quel punto mi sono messa ad urlare come una pazza. Ma mentre parlavo, i professori non mi consideravano, da veri menefreghisti, né mi hanno dato spiegazioni».


Gli atteggiamenti discriminatori



Ma tante sarebbero state le volte in cui la mamma di Francesca ha dovuto fare i conti con atteggiamenti discriminatori. «Qualche volta non imboccavano nemmeno la bambina – racconta -. All’inizio dell’anno il comune non aveva ancora assegnato l’assistente e qualche volta mia figlia veniva aiutata dall’assistente scolastico che decideva di farlo di sua iniziativa. Un giorno l'assistente non c’era e io da casa ho avuto un presentimento. Allora ho deciso di telefonare per chiedere se mia figlia avesse mangiato. Mi risponde il suo professore che mi informa dell’assenza dell’assistente e del fatto che per questo motivo non aveva potuto mangiare. A quel punto non ci ho visto più. Ho chiamato più volte la dirigente senza risposta. Alla fine sono riuscita a parlare con lei ma, in modo sgarbato, mi è stato detto che avrei dovuto chiamare la responsabile di  plesso. «Ma non finisce qui. Ho anche notato che non le facevano fare mai nulla, che non aveva un quaderno, e quando chiedevo cosa facesse a scuola mi dicevano che con lei lavoravano a livello manuale e che non c’era materiale a disposizione. Ho cercato molte volte di rintracciare la dirigente per parlare anche di questo ma non mi ha mai voluto ricevere, non so per quale motivo. Ancora, altri problemi li abbiamo avuti con la deambulazione della bambina. La lasciavano sulla sedia dalle 9.00 alle 13.00 e a fine mattinata aveva le gambe addormentate e spesso era tutta sbavata. Io chiedevo ai professori di farla camminare ma uno mi rispondeva in malo modo che non era compito suo, l’altro che aveva dolori alla spalla».

"La bimba dagli occhi belli"

Nel mese di marzo, proprio a causa dei problemi di deambulazione, la mamma  decide di tenere la figlia a casa per circa un mese. «Anche in quel caso volevo parlare con la dirigente per informala di quanto stava accadendo ma non mi ha ricevuto. Sono stati alcuni professori a convincermi a far tornare la bambina a scuola anche se a quel punto il rapporto di comunicazione tra me e la scuola era cambiato, tutti mi guardavano diversamente o addirittura se mi vedevano abbassavano gli occhi e io stavo malissimo. La malattia di Francesca è la sindrome di Rett, nota come sindrome delle bambine dagli occhi belli, proprio perché gli occhi sono il modo con il quale chi ne soffre comunica con l'esterno. «Lei mi parla con gli occhi, si fa capire. Se ha sete mette le mani in bocca, se ha fame mette le dita in bocca. Se qualcuno le fa qualcosa io subito mi accorgo che è nervosa». La scuoladi Francesca è la stessa balzata agli onori delle cronache per l’episodio che ha visto coinvolto un ragazzino disabile lasciato da solo in classe mentre i compagni erano andati in gita. La voce di questa mamma in questo momento è quella di tanti genitori di ragazzini speciali. Cosa si sente di dire loro? Con gli occhi colmi di lacrime risponde: «Aprite gli occhi, perché non sapete in che mani vanno a finire i vostri figli».

 

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