Turni massacranti e pochi infermieri: la grande fuga dei medici dall'Annunziata di Cosenza

Il presidio ospedaliero soffre per la mancanza di personale, determinando difficoltà nella gestione di numerosi reparti. Si riduce il contingente del pronto soccorso mentre anche il primario di chirurgia toracica Cosimo Lequaglie medita di andarsene

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di Salvatore Bruno
3 luglio 2020
12:40

Una dottoressa in servizio al pronto soccorso ha già firmato la lettera di dimissioni per trasferirsi in una casa di cura privata. Il prossimo a lasciare l’ospedale dell’Annunziata potrebbe essere il dirigente della Chirurgia Toracica, mettendo a rischio il mantenimento stesso di una unità fondamentale per l’Hub di Cosenza, oggi in sofferenza per la mancanza di due medici in pianta organica.

Personale mancante

Proprio la carenza di personale, anche infermieristico, ed i turni massacranti, sarebbero alla base del paventato addio di Cosimo Lequaglie, giunto in riva al Crati appena due anni fa. Ed anche del malcontento di altri dottori che meditano di andare via. Il rischio di un depauperamento sul piano quantitativo e qualitativo dell’Azienda ospedaliera è concreto ed avanza di pari passo con i disservizi amplificati dai postumi dell’emergenza coronavirus.


Il caso della pediatria

Non si segnalano ancora novità sul promesso ripristino della oncoematologia pediatrica, accorpata alla chirurgia proprio per l’assenza del personale parasanitario necessario al funzionamento. Mentre i servizi ambulatoriali sono ripresi con estrema lentezza, allungando a dismisura le liste di attesa. Problema quest’ultimo, per la verità, comune a molte altre strutture pubbliche italiane, con i pazienti costretti a rivolgersi ai privati, anche con sacrifici economici importanti.

Le sale operatorie

Da ultimo, si registra la denuncia del presidente dell’ordine dei medici Eugenio Corcioni, sull’utilizzo a scartamento ridotto delle sale operatorie, al quale però, ha risposto il direttore sanitario facente funzioni Salvatore De Paola: «Hanno continuato a funzionare anche nel periodo Covid – ha affermato in una nota – Abbiamo avuto a disposizione una sala operatoria dedicata ai pazienti infetti o sospetti positivi, tutt’ora in essere con percorso dedicato; una sala per le emergenze vascolari, una sala per le emergenze chirurgiche e altre sale dedicate alle attività programmate».

Oltre 1.500 interventi

«Durante il periodo Covid - ricorda ancora il direttore di Presidio Unico - non c’è stata nessuna interruzione ordinaria o programmata. L’Azienda ha seguito le direttive ministeriali e regionali. Ricordo che in quel periodo è stato eseguito perfino un trapianto di rene». Nel complesso, De Paola sottolinea come dal 10 marzo siano stati compiuti complessivamente 1500 operazioni chirurgiche «numero considerevole cui bisogna aggiungere – conclude - l’attività svolta, in regime ordinario, dalla gastroenterologia con oltre cento interventi effettuati».

Giornalista
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