Una nuova proposta di addebito è stata formalizzata nei confronti del dottor Angelo Broccolo, medico di famiglia operante nel territorio del Distretto Ionio Sud. Il presidente della Commissione ha inoltrato l’atto relativo alla richiesta di rimborso per alcune prescrizioni di farmaci considerate inappropriate: si tratta di FANS, antibiotici, omega 3 e inibitori di pompa protonica. 

La cifra contestata ammonta a 5752 euro. L’iniziativa rientra nel monitoraggio delle spese farmaceutiche e, in caso di approvazione da parte degli organi preposti, il recupero dell’importo avverrà direttamente. Ma la vicenda ha suscitato la ferma reazione del medico, che ieri ha diffuso un messaggio audio rivolto alla comunità e ai colleghi. «La nuova Pec mi è arrivata l’8 maggio 2025, mentre mi trovavo all’Humanitas di Milano per una visita oncologica. Tutti sanno che sono un malato oncologico, costretto a curarmi fuori regione per mancanza di alternative» ha spiegato.

Broccolo ha parlato apertamente del contesto calabrese, denunciando con amarezza i limiti del sistema sanitario locale. «Mi chiedo se sia etico, morale e giusto colpire economicamente un medico che ha prescritto antidolorifici in una regione dove l’assistenza è spesso inesistente. Dove gli esami arrivano dopo mesi, dove non ci sono dati aggiornati, dove la sanità è allo sbando».
Nel suo intervento, Broccolo ha citato anche un caso specifico: «Una persona a me cara, affetta da mieloma multiplo, ha ricevuto farmaci per lenire dolori insopportabili. Io ho fatto il mio dovere. Ho giurato di fare il medico, e sono fiero di aver aiutato chi soffre». 

Il medico contesta il metodo con cui si procede: «I tagli non possono essere ciechi, ragionieristici, senza considerare il contesto reale. Non si può colpire chi lavora in condizioni estreme, come accade in Calabria. La proprietà prescrittiva va rispettata, ma non può essere confusa con il contenimento della spesa a ogni costo». 

Un appello, il suo, rivolto non solo alle istituzioni ma anche alla società civile calabrese: «Prima che sia troppo tardi, bisogna capire cosa sta accadendo. Come dice Galimberti, il terribile è già accaduto. Non possiamo accettarlo passivamente».