Antonio Blaganò, scomparso nella notte tra il 23 e 24 luglio dopo un turno di guardia medica. I familiari chiedono anche che non venga ridotto l’organico impiegato per le ricerche dell’uomo
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«Il mio appello per le istituzioni è solo uno: se è vero che le indagini sono aperte controllate il telefono cellulare oggi e non riducete le persone che stanno cercando mio padre. Non riducete l’organico. Grazie». Un nuovo, brevissimo messaggio ha inviato oggi su Facebook Mario Blaganò, figlio del medico Antonio Blaganò, scomparso nella notte tra il 23 e 24 luglio dopo un turno di guardia medica a Nocera Terinese.
Dopo l’appello lanciato ieri nel quale il giovane affermava in un videomessaggio che suo padre non si sarebbe ma allontanato volontariamente e non soffriva di depressione, oggi Mario Blaganò invita chi conduce le indagini sulla scomparse di suo padre a controllare il cellulare del dottore e a non ridurre il personale impegnato nelle ricerche.
L’auto di Antonio Blaganò è stata trovata col motore acceso in località Galasso, una zona scoscesa e isolata vicina al fiume Savuto. «Ci sono troppe cose che non tornano – ha dichiarato ieri il figlio –. Chiediamo che la Procura apra formalmente un’indagine per scomparsa sospetta. Solo così si potranno acquisire i tabulati telefonici, le immagini delle telecamere della zona, e fare tutti gli accertamenti necessari».
Due giorni fa si è tenuto in Prefettura a Catanzaro un incontro finalizzato a fare il punto sulle attività di ricerca di Antonio Blaganò.
Sin da subito le operazioni, attivate e coordinate dalla Prefettura secondo le modalità proprie della pianificazione, hanno visto l’impiego di quasi cinquanta unità, tra appartenenti all’Arma dei Carabinieri, allo Squadrone “Cacciatori” dei Carabinieri, al Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, ai Vigili del Fuoco ed al Soccorso Alpino e Speleologico della Calabria ed hanno anche visto l’impiego di tre elicotteri e alcuni droni dispiegati nell’attività di sorvolo della vasta area.
Nell’ambito delle attività di ricerca sono state impiegate anche unità cinofile e cani molecolari dell’Arma dei Carabinieri e due associazioni di volontariato della Protezione Civile attivate, per il tramite della richiesta dei sindaci di Nocera Terinese e di San Mango D’Aquino, dalla Protezione Civile Regionale.