L’ex primula rossa

Messina Denaro, è caccia all’archivio del superboss di Cosa nostra: nel covo di Campobello non ci sono documenti

Gli inquirenti impegnati nella perquisizione sospettano che ci possa essere un secondo immobile dove sarebbe custodito il tesoro del mammasantissima di Castelvetrano che già domani sarà impegnato nel processo per le stragi di Capaci e via D'Amelio

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18 gennaio 2023
10:13
L’ultimo covo di Matteo Messina Denaro (foto Ansa)
L’ultimo covo di Matteo Messina Denaro (foto Ansa)

Il capomafia di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro, ha indicato la propria nipote, l'avvocato Lorenza Guttadauro, come legale di fiducia. La penalista è figlia della sorella del boss Rosalia e di Filippo Guttadauro. Suo nonno paterno è lo storico boss di Brancaccio, Giuseppe Guttadauro. La nomina non è stata ancora ufficializzata, ma preannunciata alla professionista. Matteo Messina Denaro da latitante non ha avuto legali di fiducia, ma è stato assistito da difensori d'ufficio. Il primo impegno processuale del capomafia di Castelvetrano è previsto domani: il 19 gennaio infatti si terrà, nell'aula bunker di Caltanissetta, un'udienza in cui è imputato per le stragi mafiose del '92, di Capaci e Via D'Amelio. Se la penalista dovesse ricevere l'incarico anche per quel procedimento l'udienza potrebbe essere rinviata in caso di un'eventuale richiesta di concessione di termini a difesa.

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Come anticipato, Matteo Messina Denaro si trova in regime di 41bis in una delle celle singole del supercarcere dell'Aquila Le Costarelle. Il boss mafioso è tranquillo. La cella, di poco più di dieci metri quadrati, si trova in una delle sezioni del carcere che ospita anche la terrorista Nadia Desdemona Lioce. Messina Denaro comincerà nelle prossime ore, all'interno del carcere, la chemioterapia in una stanza ad hoc.


Intanto, i carabinieri hanno apposto i sigilli all’appartamento situato a Campobello di Mazara, nel trapanese, dove Matteo Messina Denaro avrebbe trascorso gli ultimi sei mesi. «Un’abitazione – ha spiegato il comandante provinciale dei carabinieri di Trapani Fabio Bottino – ben ristrutturata a testimonianza che le condizioni economiche del latitante fossero buone. Perquisizioni e accertamenti sono in corso. Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni».

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L'abitazione risulta intestata ad Andrea Bonafede, il geometra che avrebbe prestato la sua identità al padrino. Al momento non risulta che nell'immobile vi fossero documenti particolari tanto che gli inquirenti sospettano che possa esserci un secondo immobile in cui cercare il cosiddetto tesoro di Messina Denaro. E Andrea Bonafede starebbe parlando con i pm: con i magistrati avrebbe fatto mezze ammissioni dicendo di conoscere il capomafia fin da ragazzo e di essersi prestato a comprare, con i soldi del padrino, la casa in cui questi ha passato l'ultimo anno. Il geometra risulta indagato per associazione mafiosa.

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