È arrivata la sentenza sul caso dell’incidente mortale avvenuto nel luglio di due anni fa a Corigliano Rossano. A perdere la vita fu Carlo Laudone, 23 anni, travolto da un’auto mentre era in sella alla sua moto. A processo è finito Pietro Benincasa, 69 anni, residente in città.

L’uomo è stato condannato nei giorni scorsi dal Tribunale di Castrovillari, ma non entrerà in carcere: otto mesi con pena sospesa. Il giudizio si è celebrato con rito abbreviato davanti al giudice Luca Fragolino. La richiesta è stata accolta su istanza del difensore di fiducia dell’imputato, l’avvocato penalista Giuseppe Vena. Secondo la ricostruzione, Benincasa, mentre percorreva via Fontanelle, nel centro urbano di Corigliano Scalo, alla guida di una vettura, avrebbe compiuto una svolta a sinistra tagliando la strada a un motociclo proveniente in direzione opposta. L’impatto è stato violentissimo: il giovane è stato sbalzato dalla sella ed è volato per nove metri prima di impattare sull’asfalto. Non c’è stato nulla da fare: il trauma riportato è risultato letale.

Il pubblico ministero ha contestato all’imputato il reato di omicidio stradale, con aggravanti legate a negligenza, imprudenza e inosservanza delle norme sul codice della strada. La responsabilità penale è stata riconosciuta dal giudice, che ha tuttavia concesso le attenuanti generiche e speciali. Alla luce della scelta del rito abbreviato, la pena è stata ridotta di un terzo. Alla lettura del dispositivo, è emerso un verdetto di condanna a otto mesi di reclusione, con la concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena. In concreto, Benincasa non sconterà un giorno di detenzione. Un esito che, da un lato, chiude un capitolo giudiziario, ma dall’altro lascia l’amaro in bocca a chi resta.

Per la famiglia Laudone resta il dolore di una perdita immensa. Un ragazzo di ventitré anni ha perso la vita in pochi secondi, mentre percorreva una strada cittadina. Non è la prima volta che via Fontanelle torna al centro dell’attenzione per la sua pericolosità. Le dinamiche dell’incidente hanno riproposto con forza il tema della sicurezza urbana, della segnaletica e del rispetto delle regole Il caso riapre il dibattito sulla necessità di prevenzione e controlli nelle aree più trafficate, e sul peso della giustizia penale in episodi in cui la morte è provocata da un errore umano al volante.