La decisione

‘Ndrangheta a Nocera Terinese, annullata la misura di prevenzione nei confronti dell’architetto Macchione

La decisione è stata presa dalla Corte d’Appello di Catanzaro. L’imputato nel processo Alibante aveva la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per quattro anni

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di Redazione Cronaca
13 aprile 2024
11:30

È di oggi la notizia che la Corte di Appello di Catanzaro, sezione misure di prevenzione, ha annullato la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 4 anni, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza,  che era stata applicata nei confronti dell’architetto Vittorio Macchione, finito anche lui nell’operazione Alibante contro i presunti appartenenti a una associazione di stampo mafioso che avrebbe operato in Nocera Terinese e zone limitrofe, perché ritenuto essere uno dei professionisti a disposizione del gruppo investigato. I giudici di appello hanno integralmente accolto il ricorso proposto dagli avvocati Aldo Ferraro e Vincenzo Galeota, annullando la sorveglianza speciale che era stata disposta dal Tribunale di Catanzaro lo scorso gennaio 2024 nei confronti dell’architetto Macchione, ritenendo dimostrata la sua riconducibilità ad una delle categorie di soggetti pericolosi previste dal codice antimafia.

Di tutt’altro avviso i giudici di appello, che con la decisione di oggi non solo hanno ribaltato quella valutazione di pericolosità sociale, ma hanno soprattutto affermato che l’architetto Macchione era già stato assolto con sentenza irrevocabile dal reato di associazione mafiosa nel 2003, e non si ravvisano elementi per ritenere che egli possa oggi ritenersi appartenente ad alcun sodalizio mafioso. Tale pronuncia ha un peso processo in corso di celebrazione dinanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme (Presidente Angelina Silvestri, a latere Maria Giulia Agosti e Rosario Aracri), e segue quelle rese nei confronti di altri due imputati eccellenti del processo Alibante, gli avvocati aostani Andrea Gino Giunti e Maria Rita Bagalà, difesi entrambi dall’avvocato Aldo Ferraro, per i quali il Tar per il primo, ed il Presidente della Repubblica per la seconda, hanno annullato l’interdittiva antimafia che era stata emessa nei loro confronti, addirittura condannando gli ufficiali di polizia giudiziaria che quelle interdittive avevano contribuito ad imbastire, al risarcimento dei danni a favore dei due legali.


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