‘Ndrangheta, sequestrati beni per 1,6 milioni ad affiliati

Il provvedimento ha riguardato immobili e disponibilità finanziarie riconducibili a Domenico Chilà, al defunto Giovanni Alampi e familiari, condannati con sentenza definitiva

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di Redazione
25 ottobre 2018
09:38

Beni immobili e rapporti finanziari per un valore complessivo stimato di circa 1.600.000 euro sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità organizzata di Roma, coordinati dalla procura distrettuale antimafia della città dello Stretto. I militari hanno eseguito due provvedimenti emessi dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta del procuratore aggiunto Calogero Gaetano Paci e del sostituto procuratore Francesco Ponzetta.

Colpiti dal provvedimento Chilà e Alampi

Il patrimonio sequestrato, intestato o riconducibile a Domenico Chilà, 78 anni, al defunto Giovanni Alampi ed ai rispettivi nuclei familiari, è  costituito da 9 unità immobiliari, 2 terreni, quote di fabbricati, nonché disponibilità finanziarie.


L’operazione Crimine


I nomi dei destinatari del provvedimento erano emersi nel corso delle indagini legate all'operazione "Crimine" del 2010, quando erano stati destinatari di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere perché accusati, con altre 119 persone, di associazione per delinquere di tipo mafioso, in quanto legati alla "locale" di 'ndrangheta operante nelle frazioni Trunca e Allai del capoluogo calabrese. Sia Chilà che Alampi furono condannati con sentenza definitiva, rispettivamente, a 4 anni e 8 mesi ed a 6 mesi di reclusione. Le indagini dei finanzieri avrebbero ricostruito le disponibilità patrimoniale dei due, evidenziandone la sproporzione rispetto ai redditi dichiarati.

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