Da anni i residenti di via Antonino Fortuna a Stefanaconi chiedono la bonifica dei tetti in eternit. Nel frattempo crescono di giorno in giorno paura e rabbia: «14 casi di tumore, non crediamo sia una coincidenza»
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Il sole batte sulle lamiere di eternit, i bambini giocano tra i detriti, le finestre restano chiuse per non far entrare la polvere. Succede a Stefanaconi, in via Antonio Fortuna, dove 32 famiglie che abitano nelle case popolari lottano quotidianamente tra appelli caduti nel vuoto e timori per la salute. «Paghiamo per vivere, non per morire», dice Raffaella, una delle residenti, con la voce ferma ma stanca.
«Ci sono giorni in cui il vento porta i filamenti dell’amianto dentro casa – racconta – li troviamo nelle stanze da letto dei nostri figli. E ci tocca chiudere tutto, sperando che basti». Quello che le famiglie chiedono è chiaro: bonifica, messa in sicurezza, ascolto. «Abbiamo scritto, segnalato, bussato a tutte le porte – Aterp, Comune – ma nessuno ci ha mai risposto. E noi siamo arrivati al limite».
Il centro abitato più popoloso del paese è proprio «qui dietro», come dicono loro, eppure la zona sembra essere stata dimenticata. «Siamo pieni di topi e scarafaggi, non possiamo nemmeno stendere i panni fuori. I nostri figli si vergognano a farsi accompagnare a casa, si fanno lasciare all’inizio della via. È umiliante».
«Solo qui 14 casi di tumore»
Ma c’è di più, e di peggio: 14 casi di tumore. Alcuni in corso, altri già finiti male. «Io ho avuto un tumore, mio marito pure», dice Maria Danila. «Non credo sia una coincidenza». E Pino, che combatte contro un carcinoma alla gola, è diretto: «Qua si muore. E nessuno fa niente. Io sono nato qui, ci ho sempre vissuto. L’amianto c’è da decenni. Una volta avevamo anche fatto una denuncia, ma non si è visto nessuno. Ora basta, vogliamo che bonifichino tutto».
Una mamma racconta che la finestra della camera dei figli è sempre chiusa: «Sporge su una tettoia in eternit. Non possiamo nemmeno tagliare l’erba cresciuta sopra, perché è pericoloso. Sono venuti solo i vigili del fuoco, hanno buttato giù un balcone che stava per crollare. Fine». Nel frattempo c’è chi prova a tenere i pezzi insieme da sé, con quello che ha: «Alcune cose le abbiamo riparate da soli, con i nostri soldi, ma ogni anno peggiora», dice un’altra signora. «E siamo completamente soli. Nessuno ci guarda, nessuno ci ascolta».
Chi abita qui non chiede la luna: solo case sicure e dignitose. «Sappiamo di non poterci permettere di vivere in una villa, ma abbiamo il diritto di non ammalarci solo perché siamo poveri», dice ancora Raffaella. «Lo Stato ci ha dimenticati, ma noi non abbiamo più intenzione di stare zitti».
La risposta di Aterp e del Comune di Stefanaconi
La nostra redazione ha contattato sia Aterp Calabria che il Comune di Stefanaconi per ottenere chiarimenti in merito alla situazione. Il commissario straordinario di Aterp, Maria Carmela Iannini - dopo alcune verifiche e un sopralluogo tecnico - ha precisato che gli alloggi, precedentemente di proprietà del demanio, sono stati trasferiti al Comune e da questo affidati in gestione ad Aterp nel 2010, tramite convenzione. In base a tale accordo, ha sottolineato Iannini, la manutenzione straordinaria resta in capo all’amministrazione comunale.
«Andrebbe predisposto un piano per la rimozione dell’eternit – ha dichiarato Iannini– ma la nostra disponibilità a collaborare con il Comune è totale». Dall’ente comunale, attualmente sotto gestione commissariale, fanno sapere che sono in corso verifiche con gli uffici competenti per accertare eventuali responsabilità e adempimenti di propria competenza.
Resta ora da capire se, dopo anni di segnalazioni cadute nel vuoto, qualcosa si muoverà davvero. E se per le famiglie di via Fortuna questa sarà finalmente la volta buona.