Neonato morto a Cosenza: «Il cesareo non avrebbe cambiato nulla»
L'ospedale Annunziata interviene sulla vicenda all’attenzione della Procura e spiega che il quadro clinico del piccolo deceduto a sei giorni dalla nascita era già fortemente compromesso dalle patologie della madre
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Un parto molto difficile, un bambino che pesa quasi 5 chili e un epilogo drammatico: la morte del neonato dopo sei giorni per complicanze cardiache. Sulla vicenda che si è consumata all’ospedale di Cosenza, la Procura ha aperto un fascicolo dopo che i familiari hanno presentato una denuncia per presunte negligenze mediche.
Sulla vicenda interviene ora lo stesso ospedale Annunziata, che con una nota offre la sua versione dei fatti.
«Contrariamente a quanto riportato dalla cronaca – precisa Gianfranco Scarpelli, direttore del Dipartimento materno-infantile - , il neonato venuto alla luce il 22.05.2019 presso l’Uoc di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale Annunziata di Cosenza, non ha subito alcun trauma o caduta accidentale: la presenza di ecchimosi sono state la conseguenza delle manovre resesi necessarie per agevolare l’espulsione del feto. Il neonato del peso di Kg 4.780 è nato da parto spontaneo dopo travaglio fisiologico, da madre con grave obesità. Sin dai primi momenti il neonato, trasferito immediatamente nella Unità operativa complessa di Neonatologia e Terapia intensiva neonatale, ha manifestato sintomi di patologie gravi e importanti dovuti all’iperinsulinismo materno con grave ipoglicemia, cardiopatia ipertrofica con segni di scompenso cardiaco, grave insufficienza renale acuta e indici di flogosi aumentati».
Insomma, una situazione estremamente complicata, che secondo il nosocomio sarebbe all’origine del decesso. «Nonostante l’erogazione di tutte le cure - prosegue la nota -, nel rispetto delle Linee guida nazionali e internazionali, non è stato possibile correggere e risolvere il grave quadro clinico che presentava compromissione multiorgano. Particolarmente grave lo scompenso cardiaco e la grave epatosplenomegalia. Il quadro clinico di estrema gravità in cui versava il neonato è conseguenza della condizione gravidica antecedente al parto e dello stato di salute della mamma».
Infine, l’ospedale esclude che il parto cesareo avrebbe potuto evitare le conseguenze fatali.
«Nel periodo di ricovero, avvenuto la sera prima del parto – conclude il direttore del dipartimento -, non si sono manifestati segni e sintomi di allarme che avrebbero dovuto indurre i sanitari ad adottare un comportamento diverso da quello poi assunto, né l’eventuale parto con taglio cesareo avrebbe potuto modificare il quadro clinico del neonato che si è presentato sin da subito grave e di difficile soluzione».
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