In conferenza stampa il governatore prova ad allontanare ogni sospetto e a chiarire ogni aspetto dell’indagine a suo carico. Non fa mistero di ritenere l’inchiesta o la fuga di notizie una manovra «per azzopparlo» politicamente. Ma ribadisce: «Sono pronto a combattere, mi ricandido»
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Tutto regolare. Ernesto Ferraro nominato ai vertici di Ferrovie della Calabria ma con cui il presidente della Regione dichiara di non «aver mai avuto rapporti societari». Paolo Posteraro, invece, che pure «in linea di principio avrei potuto nominare ma non l’ho fatto» ha ottenuto una consulenza a Ferrovie della Calabria di cui «non sapevo nulla».
Così il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, prova ad allontanare ogni sospetto e lo fa nuovamente scegliendo telecamere e taccuini ma insistendo di voler essere interrogato perché convinto di poter spiegare ogni aspetto dei suoi rapporti societari ma soprattutto dell’accusa di corruzione che la Procura di Catanzaro gli contesta in concorso con i due manager Ernesto Ferraro e Paolo Posteraro.
Occhiuto: «Accuse lunari. Dov’è la corruzione?»
Intrecci tra rapporti societari e incarichi pubblici, accuse ritenute dal governatore «lunari», «inconsistenti». Per Occhiuto non c’è prova del «patto corruttivo», né di un «do ut des» ed è nella conferenza stampa convocata questa mattina che prova a smontare quelle relazioni ritenute sospette, invece, da chi indaga perché gli avrebbero procurato vantaggi economici in cambio di postazioni e consulenza in enti regionali.
Scissi, quindi, i rapporti privati che lo legherebbero ai due manager, ha buon gioco il presidente della Regione, attraverso la narrazione offerta in giornata, a chiedersi: «Quale sarebbe il patto corruttivo?». Con Ferraro non avrebbe avuto rapporti societari mentre della consulenza firmata da Ferraro a Posteraro per Ferrovie della Calabria non ne sarebbe stato a conoscenza. «Normali rapporti tra soci» è quindi la conclusione «non ho detto ti nomino e tu fai questo. È una accusa lunare».
«I bonifici dai fondi europei? Non so se arrivassero dalla vendita del vino»
Ed esclude poi ogni responsabilità riguardo alla presunta distrazione di fondi comunitari, ottenuti da una sua società per un progetto «diretto della commissione europea». Il socio Paolo Posteraro avrebbe effettuato dei bonifici sui suoi conti. Il governatore precisa: «Credo che sia stato realizzato». E sui bonifici: «Non sapevo se provenissero dalla vendita del vino o da altro. Si tratta di impegni che come soci avevamo assunto per conto della società, quando c’erano gli incassi si facevano poi bonifici, cose che appartengono alla normale vita societaria».
Il rapporto con Valentina Cavaliere: «Nomino persone di cui mi fido»
Altro fronte dell’indagine è quello che ha messo nel mirino i rapporti con Valentina Cavaliere. Secondo la Procura, con un ruolo in una delle società in cui anche Occhiuto deteneva quote di partecipazione e che avrebbe in seguito ottenuto incarichi e assunzioni in Regione.
Occhiuto chiarisce in relazione alla nomina di Cavaliere in qualità di componente di un collegio di revisione dei conti: «Credo sia una cosa che valga 10mila euro all’anno ma se io devo nominare cerco persone di cui mi fido e che ritengo brave. Che cosa mi ha dato in cambio? Niente. Quale sarebbe il do ut des? Dopo un anno sarebbe stata assunta in un concorso della Regione, quello dei centri per l’impiego – sottolinea ancora – che io ho voluto privo di prova orale e di commissioni regionali, per evitare la tentazione a qualcuno di intervenire. Ho fatto quindi nominare commissioni dal ministero della funzione pubblica. Il controllo di questo concorso, sul quale non c’è stata una polemica, l’ha fatto la guardia di finanza». E mostra il decreto.
«Non mi farò azzoppare, mi ricandido»
Ma il non detto della conferenza stampa e richiamato a piè sospinto dallo stesso presidente della Regione è che dietro l’inchiesta o la fuga di notizie sull’inchiesta a suo carico ci sia una manovra per farlo fuori politicamente. Non ne fa mistero lo stesso Occhiuto che lo dichiara apertamente ma non avendo ancora a disposizione il fascicolo d’indagine si limita a supposizioni. «Quando avrò il fascicolo capirò come nasce questa vicenda. Può darsi anche da qualcuno che volesse che la mia esperienza finisse». Non un complotto o una cospirazione dei magistrati, questo lo esclude ma il messaggio reiterato ancora una volta è: «Non so se questa indagine sia partita per azzopparmi ma non mi farò azzoppare. Lo ribadisco oggi con maggiore convinzione, mi ricandido».
In apertura di conferenza stampa, il presidente della Regione ha chiesto pubblicamente scusa ad Antonella Grippo per non aver partecipato alla trasmissione da lei condotta su LaC Tv Perfidia e spiegando quindi le ragioni che lo hanno invece indotto ad accettare la partecipazione a Quarta Repubblica su Rete 4.