Oliverio accusato di peculato per la trasferta a Spoleto: ordinato il sequestro di 100mila euro

La Guardia di finanza avvia le procedure per il recupero dei fondi pubblici spesi dal governatore per partecipare al Festival di Spoleto lo scorso anno. I riflettori sulla vicenda furono accessi per la prima volta dal nostro network che documentò in maniera puntuale tutti i passaggi, dalla rimodulazione del Piano regionale di sviluppo turistico per trovare le risorse necessarie, alla mancanza di un effettivo ritorno per la promozione del settore turistico. Una “comparsata” voluta dal presidente che ora risulta indagato dalla Procura di Catanzaro insieme ai vertici della società romana Hdrà, che organizzò l’operazione

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di Enrico De Girolamo
5 agosto 2019
12:00
Il presidente Mario Oliverio a Spoleto
Il presidente Mario Oliverio a Spoleto

L’inchiesta giornalistica condotta dal nostro network esattamente un anno, relativa alla trasferta a Spoleto di Mario Oliverio per partecipare al Festival dei due mondi, ottiene oggi un importante riscontro giudiziario. Nella giornata odierna, infatti, il nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Catanzaro ha dato esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo ai fini della confisca di euro 95.475,02, nei confronti del presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, e di Mauro Luchetti, legale rappresentante della “Hadrà” Srl, società con sede a Roma, operante nel settore della comunicazione e dell’organizzazione di eventi, indagati del delitto di peculato.

L’uso dei fondi pubblici

Il provvedimento è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari, Antonio Battaglia, su richiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro, nell’indagine condotta dal sostituto procuratore Graziella Viscomi, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore della Repubblica Nicola Gratteri.


La contestazione preliminare mossa agli indagati riguarda l’ipotesi di peculato per l’utilizzazione di oltre 95mila euro di fondi pubblici, destinati alla promozione turistica della Regione Calabria, «impiegati per finanziare un evento giornalistico, svoltosi nel luglio 2018 a Spoleto, con finalità privatistiche di promozione politica».   Le indagini, svolte dal gruppo tutela spesa pubblica del nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Catanzaro, hanno ripercorso quanto avevamo raccontato dalle colonne del nostro giornale, evidenziando il probabile uso improprio dei fondi, che aveva richiesto una rimodulazione del Piano di sviluppo turistico regionale.

La Regione al Festival di Spoleto

«Con delibera della giunta regionale n. 244 del 14 giugno 2018 – affermano gli inquirenti -, era stato rimodulato il piano di sviluppo turistico regionale, inserendo fra le attività finanziate “la partecipazione della Regione Calabria alla manifestazione festival dei due mondi in programma a Spoleto”. In realtà, l’evento finanziato era un format giornalistico svoltosi a margine del festival spoletino, nel cui contesto non venivano promosse le attività turistiche regionali, bensì si realizzavano le interviste tipiche di un talk show».

Il format al quale allude il provvedimento di sequestro preventivo, è proprio quello prodotto da Hdrà - gli incontri d Paolo Mieli – una serie di interviste a personaggi dello spettacolo e dell’informazione che l’ex direttore del Corriere della Sera conduceva da anni a margine del festival di Spoleto. Nel 2018, tra gli ospiti figurava anche Oliverio, al fianco di star come Raffaella Carrà, sebbene la presenza del governatore apparisse del tutto avulsa rispetto al parterre.  

«Soldi usati per fini personalistici»

Da qui le considerazioni degli inquirenti che rilevano come «i fondi pubblici oggetto di indagine sono stati destinati a finanziare la materiale organizzazione dell’evento giornalistico, ivi inclusa l’ospitalità (alberghi e cena di gala) di personalità del giornalismo e dello spettacolo, intervistate nel corso della manifestazione, tra cui anche il presidente della regione Calabria». In particolare, viene evidenziato come «i risultati delle indagini hanno consentito di ipotizzare che si sia dissimulato l’uso del denaro pubblico per finalità di promozione turistica, utilizzandolo, al contrario, per fini personalistici (la promozione del personaggio politico) e per il pagamento di tutti i costi sostenuti dal talk show che evidentemente avevano scopi diversi dalla promozione turistica della Regione Calabria».

 

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