Le indagini

Omicidio Gioffrè a Cosenza, alla donna rea confessa contestate le aggravanti della crudeltà e futili motivi

Il delitto avvenne nel febbraio scorso. Definitive anche il numero di coltellate inflitte alla vittima: 41 in tutto. Ora l’imputata rischia l'ergastolo

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di Antonio Alizzi
1 agosto 2023
08:08
Tiziana Mirabelli
Tiziana Mirabelli

Tre nuove aggravanti contestate a Tiziana Mirabelli, rea confessa dell’omicidio di Rocco Gioffrè, avvenuto il 14 febbraio scorso a Cosenza, in via Monte Grappa. La procura di Cosenza non ha mai creduto al narrato della donna reso ai carabinieri ed è convinta di aver raccolto le prove delle presunte falsità raccontate dall’imputata sin dal giorno in cui si presentò davanti ai militari dell’Arma della caserma “Paolo Grippo”, situata a due passi dal comune di Cosenza.

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Le intercettazioni

A distanza di sei mesi dal delitto dell’anziano originario di San Fili, l’ufficio di procura diretto dal procuratore capo Mario Spagnuolo, ha aggiunto al capo d’imputazione le aggravanti della crudeltà, dei futili motivi e del nesso teleologico conseguenza di una rapina.


A ciò si è arrivati dopo aver acquisito la perizia medico legale firmata dai consulenti di parte Vannio Vercillo e Silvio Berardo Cavalcanti, dalle intercettazioni telefoniche e ambientali intercorse tra Tiziana Mirabelli e i parenti in carcere, tra i familiari della vittima e tra terze persone non coinvolte nell’omicidio.

L’aggravante della crudeltà e il numero di coltellate

Secondo i periti della procura di Cosenza, non è stato ravvisato alcun elemento che possa far ipotizzare che Tiziana Mirabelli si sia difesa dalla presunta aggressione di Rocco Gioffrè. Motivo per il quale non sussiste la legittima difesa sulla quale invece l’avvocato Cristian Cristiano, ha sempre fondato le proprie argomentazioni. La crudeltà dunque si evincerebbe dal numero di coltellate, 41 in tutto, e dal modo con le quali sono state inferte al povero Gioffrè. Sui futili motivi inoltre cadrebbe anche la versione del tentativo dell’uomo di violentare sessualmente l’imputata. Discorso diverso sulle microspie. La consulenza avrebbe accertato che le stesse sarebbero state funzionanti ma dalle quali non si vedrebbe alcun rilevante movimento. Continua a leggere su Cosenzachannel.it

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