La decisione

Omicidio Romeo a Cassano, Francesco Abbruzzese assolto in secondo grado

Il 54enne ritenuto il boss della cosca degli "zingari" secondo i giudici della Corte d'Assise d'Appello di Catanzaro non fu il mandante del delitto commesso nel luglio del 1999

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di Antonio Alizzi
4 marzo 2024
19:25

Francesco Abbruzzese, alias Dentuzzo, è stato assolto per non avere commesso il fatto. Questo ha deciso la Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro, presieduta dal dott. Fontanazza (a latere la dott. ssa Saccà), in ordine alla morte di Giuseppe Romeo avvenuta il 15 luglio 1999 a Cassano allo ionio.

I giudici catanzaresi, accogliendo le argomentazioni della difesa dell’imputato 54enne, rappresentato dall’avvocato Roberta Provenzano del foro di Cosenza, hanno stabilito che non fu Abbruzzese ad ordinare l’omicidio di Romeo, uomo ritenuto vicino al clan di Leonardo Portoraro, ed i cui esecutori materiali furono i due pentiti Cosimo Scaglione e Pasquale Perciaccante, che quasi 30 anni fa cagionarono la morte dell’uomo caduto sotto il fuoco di una 38 magnum.


In aggiunta alle dichiarazioni dei pentiti della prima ora, in questo quarto processo di appello si era aggiunto il narrato del nuovo pentito Nicola Acri, il quale aveva affermato con certezza di sapere che il mandante di quello omicidio era Francesco Abbruzzese, nell’ottica di una strategia stragista che lo voleva capo indiscusso della Sibaritide.

Enorme la soddisfazione dell’avvocato Roberta Provenzano: «Non si possono costruire sentenze di condanna – dichiara la penalista – sulle dichiarazioni dei pentiti ad orologeria, quando le stesse non mostrano i requisiti richiesti dalla Suprema Corte. La lettura serena, terza ed imparziale della carte processuali ha ristabilito da parte dell’Assise catanzarese la verità dei fatti».

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