Omicidio Ruga e attentati a Maria Carmela Lanzetta, arrestati i colpevoli NOMI-VIDEO-FOTO

Una vasta operazione contro la cosca Ruga-Gallace-Leuzzi di Monasterace ha portato all’arresto di 14 persone
di Redazione
20 ottobre 2016
07:52

Si è conclusa alle prime luci dell’alba di oggi l’operazione denominata “Confine 2”, che ha portato all’esecuzione di 14 arresti tra la provincia di Reggio Calabria, Catanzaro, Roma e Firenze.


Tra i reati contestati a vario titolo, associazione di tipo mafioso, omicidio, danneggiamento, rapina, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, lesioni personali, intestazione fittizia di beni, delitti tutti aggravati dalla circostanza dell’agevolazione mafiosa della cosca “Ruga”, nonché detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nella circostanza sono state, altresì, effettuate numerosissime perquisizioni personali e domiciliari nei confronti degli stessi arrestati.


 

 

Operazione "Confine 2" - L’operazione odierna può considerarsi la prosecuzione dell’attività convenzionalmente denominata “Confine-1”, condotta nello stesso ambito territoriale, ed avviata nel settembre 2009, a seguito di un agguato di tipo mafioso avvenuto a Riace ai danni di Damiano Vallelunga, considerato capo indiscusso della “cosca dei viperai” radicata nella zona delle Serre, omicidio che sancì l’avvio della cosiddetta “nuova faida dei boschi”.

 

Una sanguinosa guerra di ‘ndrangheta che ha lasciato sul terreno circa 30 morti e che ha visto contrapporsi i due schieramenti costituiti dalle famiglie Ruga-Metastasio-Vallelonga-Leuzzi, operanti nella Valle dello stilaro (tra i comuni di Monasterace Camini e Stilo) e quella dei Vallelunga-Sia-Novella operanti nella zona delle serre catanzaresi, per accreditarsi il controllo del territorio. In quella prima fase, importanti furono le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Antonino Belnome, grazie alle quali è stato possibile avere indicazioni precise che hanno portato, nell’agosto 2012, all’esecuzione di 16 arresti per associazione di tipo mafioso ed altro, consentendo così di disarticolare quella organizzazione criminale e di fermare la “faida tra cosche” allora in atto, al confine tra le province di Reggio e Catanzaro.

 

Le indagini - I provvedimenti eseguiti oggi sono stati emessi a seguito dell’attività condotta dal Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Locri dal mese di gennaio 2011 al mese di marzo 2016. Le ulteriori indagini sono state avviate a seguito del brutale assassinio di Andrea Ruga, avvenuto nel gennaio 2011 a Monasterace, delitto inquadrato sin da subito dagli investigatori dell’Arma come un regolamento interno alla cosca.

 

Ucciso per il controllo del territorio: Andrea Ruga fu assassinato dal fratello

 

Significativo il ruolo di vertice di Giuseppe Cosimo Ruga, considerato il “dominus” di Monasterace. A lui preferivano rivolgersi anche i semplici cittadini piuttosto che alle istituzioni preposte, tanto che il Gip, nell’ordinanza, ha parlato di antistato.

 

Giuseppe Cosimo Ruga: il dominus di Monasterace

 

Le intimidazioni a Maria Carmela Lanzetta - Le indagini sono state avviate anche a seguito di numerosi fatti delittuosi verificatisi a Monasterace, tra i quali spiccano: l’incendio che ha distrutto la farmacia “Mazzone”, avvenuto il 26 giugno 2011, di proprietà dell’ex ministro, e l’esplosione di diversi colpi di arma da fuoco all’indirizzo della vettura di proprietà ed in uso alla sopra citata amministratrice pubblica, avvenuti il 29 marzo 2012.


Non è stato possibile raccogliere un quadro probatorio idoneo a stabilire con certezza la paternità degli episodi stessi. Nel tentativo di fare luce su detti fatti, il quadro indiziario raccolto, lascia però presupporre il coinvolgimento dei componenti la cosca Ruga, quali possibili autori. Le indagini hanno altresì consentito di accertare che la vittoria di Maria Carmela Lanzetta, alle elezioni amministrative del Comune di Monasterace, svoltesi nella primavera del 2011, non era stata molto gradita dagli appartenenti alla cosca del luogo, tanto che anche in occasione di un colloquio in carcere tra il detenuto Nicola Loiero ed alcuni suoi familiari, la stessa era stata commentata sfavorevolmente. Tale astio si sarebbe poi manifestato con una campagna denigratoria via web.

 

Agli arresti domiciliari:

 

Antonio Franco, (detto "Nino"), 70 anni

Salvatore Certomatà, 56 anni

Maria Concetta Ruga, 40 anni

Filippo Amato,28 anni

Giuseppe Cosimo Ruga, 67 anni

 

Custodia cautelare in carcere:

 

Roberto Demasi, 24 anni

Andrea Lamberti, 45 anni

Antonio Leotta, 39 anni

Maurizio, Sorgiovanni, 28 anni

Giorgio Vertolo, 33 anni

Vincenzo Emanuela, 35 anni

Salvatore Papaleo, 45 anni

Cosimo Sorgiovanni, 45 anni

 

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