Coronavirus nel tirreno cosentino, i sindaci: «Abbandonati al nostro destino»

Negli ultimi giorni si è registrato un preoccupante aumento di contagi su tutta la Riviera dei Cedri. I primi cittadini adesso corrono ai ripari cercando una soluzione comune

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di Francesca  Lagatta
23 ottobre 2020
15:46
Un momento della riunione
Un momento della riunione

Si è tenuto ieri un incontro operativo tra i sindaci della Riviera dei Cedri per fronteggiare la crescente ondata di casi di positività da Sars-Cov2 che stanno interessando diversi Comuni del comprensorio alto tirrenico.

 


La riunione è stata ospitata nella sala consiliare del Comune di Scalea ed ha visto la partecipazione di una nutrita rappresentanza di sindaci e amministratori del territorio.

 

Unica direzione

«Abbiamo necessità di andare tutti in un’unica direzione – ha esordito il sindaco di Scalea Giacomo Perrotta - per evitare che anche un solo caso sconvolga le nostre comunità».

 

Gli ultimi eventi che hanno portato alla chiusura della contrada Pantaide a Belvedere, alla precauzionale sanificazione della scuola di Diamante e del municipio della città dei murales, insieme ai casi di positività registrati in diversi comuni del comprensorio hanno reso necessaria il confronto sulle prassi da seguire.

 

Problemi nell'organizzazione

«Il problema è di natura organizzativa - ha sottolineato il sindaco di Verbicaro Francesco Silvestri - perché dalla prima ondata sono passati sette mesi prima che il virus tornasse come era prevedibile ma ancora una volta a livello sanitario, il nostro territorio è stato lasciato al suo destino». Nel corso della riunione sono state ricordate le esperienze soprattutto dei primi Comuni che si sono trovati alle prese con casi di positività come il borgo di Buonvicino.

 

«In quella circostanza - ha spiegato il sindaco Angelina Barbiero - abbiamo provveduto direttamente a tracciare la rete dei contatti di primo livello della persona risultata positiva e, pur sapendo di agire in maniera forzata, abbiamo imposto l’isolamento riuscendo ad isolare il focolaio. Solo successivamente sono stati predisposti i tamponi seguendo i protocolli previsti e predisposti dall’Asp tramite l’Usca».

 

Sindaci in trincea

Il problema è che se da una parte sussistono le carenze lamentate dall’Usca, sono ancora più drammaticamente reali le situazioni che i sindaci, in prima linea, si trovano a dover fronteggiare. Per ogni caso di presunta positività la macchina burocratica deve prevedere atto che vengano trasmessi dagli uffici dell’autorità sanitaria competente al sindaco del Comune interessato e poi notificati ai singoli cittadini con un dispendio di tempo che può risultare molto importante per limitare la circolazione di persone risultate positive.

 

Il tavolo tecnico in Prefettura

Nei giorni scorsi è stato anche attivato un tavolo tecnico in Prefettura dove il sindaco di Diamante, il senatore Ernesto Magorno, ha avanzato la proposta già sperimentata nella provincia di Reggio Calabria di utilizzare i test veloci che hanno riscontrato un’altissima percentuale (85%) di attendibilità, per velocizzare la fase di prevenzione e controllo e monitorare l’evolversi della diffusione del virus. 

 

Ridurre i tempi della burocrazia

I sindaci e i rappresentanti delle amministrazioni presenti si sono trovati d’accordo nel procedere ad una prassi che utilizzi le vie brevi, ovvero, in caso di notizie di persone positive, attivare direttamente la fase di quarantena preventiva per i contatti di primi livello. Pur sapendo di avviarsi verso una procedura che non è prevista dagli standard e dai protocolli, i sindaci sono d’accordo a procedere in tal senso per garantire la maggiore tutela possibile alla salute dei cittadini.

 

Un segnale concreto per sottolineare le difficoltà pratiche e operative che quotidianamente si trovano ad affrontare e che seppur dipendono dalle oggettive carenze dell’Usca di Scalea non possono e non devono ricadere sui cittadini del comprensorio. Nelle more di un incontro con il Commissario alla sanità calabrese Saverio Cotticelli, o che, tramite qualsivoglia canale istituzionale, l’Usca venga messo in condizione di essere più tempestivo ed efficiente nelle comunicazioni riguardanti eventuali casi di positività, i sindaci procederanno per le cosiddette vie brevi nell’esclusivo interesse delle popolazioni amministrate.

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