Ordigno nel giardino di casa, intimidazione ad imprenditore vibonese

È stato rinvenuto nel cortile dell’abitazione a Ionadi. Antonino Castagna opera nel settore della siderurgia e gestisce l’ azienda nella zona industriale di Portosalvo
di Redazione
15 febbraio 2018
10:19

Un rudimentale ordigno esplosivo con accanto un foglio di carta, della polvere da sparo e due tappi di bottiglia sono stati ritrovati a Ionadi nel cortile di casa dell’imprenditore Antonino Castagna, 67 anni, da anni attivo nel settore della siderurgia e con azienda nella zona industriale di Portosalvo. Sull’accaduto hanno avviato le indagini i carabinieri della Stazione di Filandari che stanno cercando di capire se l’ordigno (una sorta di bomba carta) sia stato lanciato nel cortile di casa e fatto esplodere oppure posizionato scavalcando la recinzione ed il cancello. Al vaglio dei carabinieri vi sono le immagini degli impianti di videosorveglianza. Il ritrovamento è avvenuto nella notte fra lunedì e martedì, ma l’episodio si è appreso solo ora, avendo mantenuto gli inquirenti il massimo riserbo per non compromettere le indagini.

Venerdì scorso, invece, episodio ancora più grave ai danni di un membro della famiglia Castagna. L’auto dell’avvocato Daniela Castagna, una Volkswagen Tiguan parcheggiata sotto casa, è stata raggiunta da oltre dieci colpi d’arma da fuoco. Alcuni proiettili hanno colpito anche il portone dell’abitazione dell’avvocato e il citofono di casa. All’imprenditore Antonino Castagna nel gennaio dello scorso anno è stata revocata la sorveglianza speciale, mentre la Corte d’Appello ha confermato il dissequestro – già deciso del Tribunale di Vibo “Misure di prevenzione” – di beni per un valore di circa 80 milioni di euro al quale la Dia il 23 febbraio 2015 aveva apposto i “sigilli” sulla scorta delle risultanze investigative confluite nell’operazione antimafia denominata “Black money”.


Il 17 febbraio scorso, quindi, l’imprenditore Antonino Castagna è stato assolto con formula ampia dal Tribunale di Vibo dall’accusa di associazione mafiosa (clan Mancuso) nell’ambito del processo “Black money”. Nei suoi confronti il pm Marisa Manzini aveva chiesto la condanna a 12 anni di reclusione, ma l’accusa non ha retto al vaglio dei giudici. La Dda di Catanzaro, unitamente ad altre 6 posizioni, ha presentato appello. Non è la prima volta che la famiglia dell’imprenditore Castagna subisce e denuncia atti intimidatori. Diversi episodi ai loro danni erano in passato emersi nell’ambito dell’operazione “Ragno” che ha colpito il clan Soriano di Filandari.

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