A chiederlo sono i sette consiglieri ricorrenti che hanno portato davanti ad un giudice il provvedimento con il quale sarebbe stato stabilito il passaggio dei poteri centrali a presidente, segretario e tesoriere
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Dopo la bocciatura da parte del Tribunale di Catanzaro che ha giudicato illegittima e annullato la delibera con la quale l’Ordine degli Psicologi aveva stabilito il trasferimento dei compiti centrali del Consiglio a presidente, segretario e tesoriere, ora i ricorrenti chiedono le dimissioni di presidente Antonio Lombardo.
In una nota stampa il gruppo Altrapsicologia spiega che la delibera in questione era stata adottata lo scorso tre ottobre con il voto favorevole di otto consiglieri (tra i quali le cariche che ne erano oggetto) e il voto contrario dei sette consiglieri del gruppo di AltraPsicologia. Dopo aver più volte sottolineato le criticità della delibera, chiedendo anche un parere legale (mai accordato dall’avvocato dell’ente), i sette consiglieri, assistiti dall’avvocato Giovanni Rossi del Foro di Reggio Calabria, si sono visti costretti a ricorrere in Tribunale.
I giudici hanno sancito l’accoglimento totale delle loro motivazioni, specificando come il Consiglio Regionale non possa, con propria delibera, distogliere il consiglio stesso dall’esercizio dei compiti assegnatigli per legge. «Il Tribunale osserva inoltre che la funzione principale degli ordini professionali consiste nel tutelare la collettività circa la professionalità e la competenza dei professionisti che svolgono attività delicate nel campo della tecnica, della salute e della legge e, pertanto, l’attribuzione di determinate funzioni ad un organo collegiale elettivo quale il Consiglio, lungi dall’afferire ad un mero adempimento formale, risponde evidentemente a precise esigenze di controllo», spiegano ancora i sette consiglieri.
Vincenzo Cianflone, Domenico Foti, Carla Lo Giudice, Umberto Rotundo, Ada Schiumerini, Rossella Valotta e Santo Cambareri a vicenda conclusa affermano: «La sentenza del Tribunale di Catanzaro è la vittoria di tutte le psicologhe e gli psicologi che non si sono arresi di fronte a chi, trattando la cosa pubblica come ‘casa propria’, ha dimenticato, troppo frequentemente, che l’Ordine è la casa di tutti gli iscritti al servizio dell’utenza, delle nostre professionalità e della collettività. Il Presidente e le altre cariche che si sono fatte promotrici del tentativo di spogliare il Consiglio delle sue mansioni, rassegnino al più presto le dimissioni per restituire dignità e onorabilità alla nostra categoria regionale».
«Ci auguriamo – concludono - che i Consiglieri che hanno votato favorevolmente ad una delibera palesemente illegittima riconoscano le proprie responsabilità politiche, prendano le distanze da queste modalità di gestione del nostro ente e lavorino per invertire la rotta dalle derive del diritto e della democrazia, verso una rappresentanza che rispetti il funzionamento del nostro organo di autogoverno e la nostra legge istitutiva».