Ospedale di Locri: «Protocolli anti-Covid rispettati». La nostra replica

La direzione sanitaria del nosocomio ionico risponde a un articolo pubblicato stamattina sul nostro giornale

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di Redazione
7 ottobre 2020
15:02
L’ospedale di Locri
L’ospedale di Locri

«In merito alla notizia pubblicata stamani sui quotidiani on line LaC news e Il reggino, la direzione sanitaria del P.O. di Locri e il Responsabile del Pronto Soccorso dello stesso ospedale, ci tengono a precisare che la stessa è destituita di fondamento ed è opportuno sia rettificata dalle citate testate giornalistiche». Questa la posizione della direzione sanitaria dell'ospedale di Locri che risponde a un nostro articolo pubblicato questa mattina

 


«In primis - si legge nel documento - si evidenzia che i tre soggetti, asintomatici per Covid19 al pretriage, hanno avuto accesso solo al Pronto Soccorso e sono stati sottoposti a tampone al fine di verificarne l’eventuale positività al Covid 19, nonostante lamentassero patologie differenti; gli operatori sanitari erano muniti di DPI per come prescritto dalle linee guida ministeriali; peraltro, verificata la positività dei suddetti pazienti, tutti gli operatori sanitari venuti a contatto con gli stessi sono stati prudenzialmente sottoposti anch’essi a tampone che ha dato esito negativo; è stata, inoltre, effettuata subito dopo la sanificazione dei locali a dispetto di quanto asserito ex adverso e come dimostra l’allegata attestazione».

 

«Per il futuro, al fine di non creare ingiustificato allarme sociale (soprattutto in un periodo così delicato), Vi invitiamo a voler riscontrare le notizie prima della pubblicazione anche con gli scriventi o con la direzione strategica, sempre a disposizione per ogni chiarimento e necessità; l’Asp si riserva di procedere nelle competenti sedi legali nel caso in cui perduri questo atteggiamento denigratorio nei confronti del p.o. di Locri».

 

La nostra posizione

Prendiamo atto della replica dei vertici aziendali e sanitari dell’ospedale di Locri i quali, in larga parte, confermano la versione dei fatti che abbiamo raccontato nel pezzo. È opportuno, tuttavia, muovere alcune considerazioni. Dalle informazioni e dalle testimonianze in nostro possesso, opportunamente e scrupolosamente verificate come deontologia ci impone, non risulta che alcuni medici in servizio nel corso dell’esecuzione dei tamponi fossero muniti di tutti i dispositivi di protezione.

 

Il protocollo ministeriale infatti prevede, oltre alle mascherine, anche camici e grembiuli in tnt. Secondo il protocollo, ribadiamo, è da ritenersi soggetto esposto ad alto rischio “un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso Covid-19; oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso Covid-19; senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei”.

 

Inoltre il periodo di quarantena è da ritenersi obbligatoria per tutto il personale che non usa correttamente i presidi anti-covid. Capitolo sanificazione. Il certificato di avvenuta sanificazione deve essere rilasciato dalla ditta specializzata e dall’ufficio competente. L'attestazione del primario, riteniamo in totale buona fede, si riferisce soltanto ordinari interventi di igienizzazione.

Ilario Balì

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