Arresti tra Calabria e Lombardia, c'è anche un carabiniere che aiutò un truffatore reggino

L'appuntato dell'Arma è accusato di aver sottratto una carta d'identità dalla caserma per darla ad un plupregiudicato calabrese. Tra i reati contestati anche corruzione, peculato e ricettazione

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di Redazione
22 maggio 2019
07:44

I carabinieri di Monza stanno eseguendo 8 arresti (7 in carcere e 1 agli arresti domiciliari) tra le province di Milano e Reggio Calabria.
L’accusa, a vario titolo, è di peculato, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, accesso abusivo a sistemi informatici e telematici, rivelazione di segreto d’ufficio, falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ricettazione, favoreggiamento personale, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
Tra gli arrestati anche un appartenente alle forze dell’ordine.

 


Le indagini sono partite nel 2017 dall'arresto di un appuntato dell'Arma dei carabinieri l'indagine dei militari del Nucleo Investigativo di Monza, e hanno portato oggi all'arresto di cinque cittadini tunisini, della ex fidanzata del militare (con passaporto tunisino e italiano), accusati di spaccio, e di un pluripregiudicato calabrese accusato di tentata truffa.

 

Il militare è accusato di aver sottratto una carta di identità dalla caserma di Sesto San Giovanni (Milano) dove prestava servizio, per darla a un truffatore reggino che, con quel documento, voleva accendere il finanziamento per l'acquisto di un'auto, denunciarne il furto e incassare il premio assicurativo, dopo averla venduta all'estero.

I carabinieri hanno anche scoperto diversi accessi illeciti da parte del graduato alle banche dati delle forze dell'ordine, oltre a episodi di corruzione e detenzione illegale di droga. In particolare, in cambio della promessa di 600 euro in contanti, l'uomo avrebbe aiutato due cittadini tunisini a lasciare l'hotspot di Lampedusa (Agrigento) dove erano bloccati, fornendo loro false denunce di smarrimento di documenti di identità, a nome di due cittadini rumeni. Il carabiniere e i due tunisini sarebbero entrati in contatto attraverso uno spacciatore tunisino residente nel palazzo dove vive la fidanzata del militare (ormai in congedo) che, invece di denunciare il pusher, avrebbe ricevuto denaro derivante da alcune vendite di droga, per averlo avvertito che i condomini sapevano della sua attività illecita. Quando i colleghi monzesi sono andati a casa del carabiniere per arrestarlo, lo hanno trovato con 500 grammi di eroina. Durante le perquisizioni di oggi, i militari hanno sequestrato alcune dosi di cocaina e oltre 12 mila euro in contanti. 

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