Pacta sunt servanda, bocche cucite nella prima giornata di interrogatori

Un commercialista di Celico avrebbe risposto ai magistrati contestando le accuse che gli muove la procura di Castrovillari 

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di Vincenzo Alvaro
22 dicembre 2020
20:13

Hanno scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere i quattro castrovillaresi finiti in carcere nell'operazione Pacta sunt servanda coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari e che ha visto congiuntamente insieme Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di finanza per smantellare una organizzazione di usurai insospettabili.

Pietro Quintieri 51 anni, Andrea Pasquale Maradei 43 anni, Francesco Ciminelli 58 anni, Damiamo Diodati 33 anni hanno scelto di restare in silenzio difronte al Pubblico Ministero, Flavio Serracchiani, ed al Gip Luca Colitta collegati in video conferenza con il carcere di Castrovillari dove i quattro sono rinchiusi al termine dell'operazione di ieri.


L'unico che avrebbe deciso di rispondere alle domande degli inquirenti è un commmercialista di Celico che avrebbe confutato ogni sua responsabilità rispetto ai fatti contestati. Un interrogatorio che sarebbe durato un paio d'ore nel quale avrebbe ribadito la sua estraneità ai fatti che sono finiti nell'ordinanza corposa dell'indagine.

Intanto i difensori degli indagati (gli avvocati Dondadio, Bello, Laghi, Bloise, Sangiovanni) hanno già prodotto istanza di riesame al Tribunale della libertà di Catanzaro e si attende la fissazione dell'udienza. Domani toccherà alle quattro persone sottoposte al regime dei domiciliari comparire davanti al Pm ed al giudice in collegamento video dagli uffici della polizia giudiziaria.

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